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Attualità

Il teatrino sul Ponte e l’ombra referendum

di Redazione -





di PIETRO GRIMALDI

Il Ponte sullo Stretto continua il suo teatro di opinioni, di colore diverso, con interessi diversi. Le dichiarazioni provenienti da Messina, sede della conferenza della scorsa domenica, e la replica del governatore Renato Schifani hanno dato vita a un lungo e solito batti e ribatti politico. Dalle accuse si è arrivati al referendum, un’idea lanciata da Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli proprio nell’incontro domenicale a Messina. “Questa è una battaglia politica nazionale su cui sarebbe anche utile cominciare a ragionare sulla possibilità di raccogliere le firme per un referendum per sapere cosa ne pensano gli italiani sul Ponte e per abolire quel decreto ai sensi della Costituzione italiana” aveva dichiarato Angelo Bonelli. Una battaglia appunto, quella annunciata dal segretario di Europa Verde in accordo con il leader di Sinistra Italiana che ha definito l’infrastruttura: “Uno scempio gigantesco e furto di risorse ai danni della società italiana, della Sicilia, del mezzogiorno e dell’intero paese, un’operazione irrazionale e irragionevole e uno scempio ambientale e paesaggistico. Quelle risorse che andrebbero investite in altri modi, in un Paese che è malato di diseguaglianze”. Dichiarazioni che hanno innescato anche la reazione del presidente della Regione Siciliana Renato Schifani: “La levata di scudi della sinistra contro il Ponte di Messina è l’emblema di quel fronte del ‘no’ dinanzi alle grandi opere che per troppi anni ha paralizzato il Paese, impedendone la crescita e lo sviluppo. Siamo pronti anche a costituirci parte civile nei confronti di coloro i quali si rendessero protagonisti di azioni penali temerarie per rallentare l’opera”.
Parole dure di Schifani e azioni legali come se fosse una partita di ping pong: Fratoianni e Bonelli, insieme con la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, poche settimane fa infatti, avevano presentato un esposto alla Procura di Roma sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto. “Un atto necessario, perché la società Stretto di Messina e il governo trattano questa materia con assoluta riservatezza e questo è assolutamente inaccettabile – questa la chiosa di Bonelli, leader di Europa Verde – abbiamo messo su un pool di avvocati che sta analizzando altri aspetti che sono le questioni ambientali, sappiano che noi non molliamo” ha concluso Bonelli. Un assist a cui si è ancora agganciato Fratoianni: “Siamo di fronte all’ennesima bufala propagandistica – ha affermato – ennesimo spreco di risorse pubbliche che andrebbero orientate in tutt’altra direzione. Facciamo un ragionamento – ha continuato Fratoianni – che ha a che fare con le priorità, con i bisogni generali dei cittadini siciliani e non solo. Pretendiamo di avere trasparenza che ad oggi non è stata garantita”.
Il polo del “Si” invece alza con il vicepresidente della Regione, Luca Sammartino: “Pur di raggranellare qualche voto si parla a vanvera di una Sicilia che non si conosce – ha detto l’esponente della Lega. Sulla stessa linea anche il senatore leghista Nino Germanà che ha accusato Bonelli e Fratoianni di voler condannare il sud alla mancanza di infrastrutture: “Non fermeranno il futuro, come non hanno fermato Alta Velocità o Mose” ha dichiarato.
Anche la sottosegretaria forzista Matilde Siracusano ha messo in evidenza l’atteggiamento delle forze della sinistra, sempre contro lo sviluppo e la modernizzazione del Paese: “Contro questa infrastruttura Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni – a Messina per l’ennesimo tentativo di bloccare l’opera – hanno addirittura presentato una denuncia, e da mesi conducono una battaglia assurda sulla pelle dei siciliani e dei calabresi. Una sinistra oscurantista che vuole condannare l’Italia all’immobilismo”.