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Il Mpa punta il dito sulla mobilità catanese: tra trasporto pubblico e arterie congestionate nei pressi degli ospedali

di Antonino Marino -





A Catania c’è un problema legato alla viabilità. Inutile girarci intorno o prendersi in giro. Il problema c’è. C’è perché nonostante abbonamenti a tariffa ridotta i catanesi continuano a utilizzare l’auto per muoversi; c’è perché il trasporto pubblico, nonostante i grandi passi avanti degli ultimi anni, non è ancora all’altezza delle grandi città italiane, per non parlare di quelle europee. In questo senso è certamente positivo quanto accadrà domani a Palazzo degli Elefanti, quando il sindaco Enrico Trantino e l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato italiane, Luigi Ferraris, firmeranno il Protocollo d’Intesa per gli interventi di potenziamento infrastrutturale e di rigenerazione urbana delle aree ferroviarie del Gruppo FS Italiane nella Città di Catania. Un argomento di cui abbiamo già parlato nelle settimane scorse, su cui il Mpa si è battuto sia in consiglio comunale che in assemblea regionale. Non sorprende, dunque, che ha commentare la notizia del protocollo d’intesa sia proprio il capogruppo Mpa in consiglio Comunale, Orazio Grasso: ““Auspichiamo che il protocollo d’intesa che giorno 22 maggio il Sindaco Trantino firmerà con l’amministratore delegato di FS possa andare verso l’idea di un recupero della linea e che si offra davvero un servizio urbano alla città, con tempi di percorrenza minimi non superiori ai 10 minuti ed un biglietto integrato con Fce ed Amts. Augurandoci che lo stesso servizio rimanga inalterato durante l’esecuzione dei lavori previsti per l’interramento della linea, passaggio doveroso per riconsegnare alla città di Catania il proprio accesso sul mare. Che serva potenziare il servizio di trasporto pubblico nella città di Catania è un fatto ben noto, anche alla luce delle pedonalizzazioni avvenute”.  In questo senso potenziare far diventare urbana la linea delle ferrovie già presente con tanto di stazioni nuove di zecca, sarebbe realmente equivalente all’avere una seconda linea metropolitana, un po’ come avviene a Roma. Per la mobilità della città sarebbe una boccata d’ossigeno non indifferente, perché il passante andrebbe a coprire una zona, fondamentale dal punto di vista economico, ma su cui la linea “ufficiale” della metro non si sta espandendo. Sarebbe certamente un buon viatico per spingere i catanesi a lasciare a casa l’auto. Al momento, come detto, non è proprio così ed il risultato sono code interminabili nelle arterie principali. Solo per fare un esempio: la tangenziale nel tratto che va da San Gregorio a Misterbianco, la mattina si trasforma in un enorme tappeto di auto completamente bloccate. Ma ci sono anche altre arterie cittadine che, nelle ore di punta, vanno totalmente in tilt ed alcune sorgono in prossimità di ospedali e pronto soccorso. Come nel caso di Via Santa Sofia, ed in questo è ancora un’esponente del Mpa, Pina Alberghina, a porre in evidenza la questione: “La via Santa Sofia, nella zona del Policlinico, rimane un nodo irrisolto sul quale l’amministrazione tarda ad adottare le dovute determinazioni. È una questione – prosegue Pina Alberghina – di cui si discute dal lontano 2016 allorquando in coincidenza con l’apertura del nuovo pronto soccorso era stato presentato all’assessorato infrastrutture e direzione urbanistica uno studio di fattibilità al fine di consentire un agevole accesso alle ambulanze con la realizzazione di una rotatoria tra Cardiologia e la Torre biologica”. Il problema è importante e va anche oltre la semplice viabilità. “Sono ormai alla ribalta della cronaca – spiega la coordinatrice Mpa – le gravissime difficoltà che i mezzi di soccorso devono affrontare per raggiungere il Pronto Soccorso e ricondurre il problema al solo aspetto della viabilità è semplice e al tempo stesso fuorviante quando si sa bene che a monte ci sono carenze infrastrutturali da affrontare e risolvere. Se è vero – conclude la Alberghina – che è pronto un piano di interventi per consentire la realizzazione di una corsia riservata alle ambulanze e se in bilancio sono stati stanziati circa 400 mila euro per le infrastrutture, chiediamo che l’amministrazione intervenga con la stessa solerzia con cui è intervenuta su aspetti sicuramente meno urgenti. Il rischio, forse sottovalutato, è che qualche degente in gravi condizioni non riesca a raggiungere in tempo il Pronto Soccorso”.