Leggi:

Attualità

Catania modello di mobilità sostenibile? C’è chi dice si e c’è chi dice no

di Antonino Marino -





“Catania è sempre stata un esempio per la mobilità sostenibile, con tentativi ambiziosi che, nel tempo, si sono concretizzati, divenendo esempi virtuosi. Penso alla sede di AMTS alla zona industriale dove sono stati realizzati degli impianti fotovoltaici, contemporaneamente alla conversione della flotta con vetture elettriche, a dimostrazione che la sostenibilità ecologica è possibile, unita alla sostenibilità economica e sociale”. Queste le parole del viceministro delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili, Galeazzo Bignami, a Catania, al Palazzo della Cultura, in occasione del convegno nazionale sul tema: “Mobilità: storia e prospettive di sviluppo per benefici sostenibili”. Un appuntamento che si inserisce nel più ampio programma delle celebrazioni del 60° anniversario della nascita dell’Azienda Metropolitana Trasporti e Sosta S.p.A. Catania, fondata appunto nel 1964. Parole che non hanno trovato il totale accordo del Mpa che, attraverso il suo capogruppo al Consiglio Comunale, Orazio Grasso, ha provato a mettere in chiaro le cose. “Parlare della città di Catania come ‘modello di mobilità sostenibile’ mi sembra davvero esagerato, anche perché, oserei direi, che siamo ancora all’ anno zero. Basti pensare che personalmente ho dovuto presentare in consiglio comunale una mozione per l’utilizzo delle 10 stazioni in centro città del passante ferroviario gestite da RFI (da Fontanarossa fino ad arrivare ad Acireale), come servizio di tipo metropolitano, piuttosto che regionale (come attualmente avviene), con relativa integrazione del biglietto con Fce e Amts che ad oggi ancora non c’è. Una questione, peraltro, portata alla IV Commissione  ‘Territorio e Ambiente’ dell’Ars dall’on. Giuseppe Lombardo”. Una presa di posizione netta che Grasso spiega dettagliatamente. “Come non parlare – continua il capogruppo Mpa – degli innumerevoli ritardi e dei continui proclami nell’esecuzione dei lavori di FCE. Per esempio il contenzioso tra FCE ed il Consorzio Medil, su cui nonostante la mediazione del ministero delle infrastrutture e dei trasporti non si è giunti ancora ad una svolta, sia per la tratta Stesicoro- Fontanarossa che per le due stazioni della tratta Misterbianco Centro – Monte Po’, che addirittura rischiano di lasciare interrotta l’intera linea che collega Paterno a Misterbianco (lavori iniziati di recente per cui sono stati stanziati 800 milioni di euro dal PNRR)”.  Ma c’è anche altro per Orazio Grasso: “La mancanza di un piano infrastrutturale di mobilità che possa coinvolgere la prima fascia esterna alla città (Paesi etnei) che oggi contano più di 400 mila abitanti che, quotidianamente, si riversano in centro città. Ma anche la mancanza delle necessarie segnaletiche che indichino in aeroporto la presenza della stazione ferroviaria Fontanarossa proprio in prossimità. Una condizione che porta al totale non utilizzo della stessa, sconosciuta alla maggior parte dei passeggeri.  E ancora, il non capillare servizio su gomma di Amts da e verso le stazioni metro, la mancata realizzazione dei BRT previsti, la mancanza di corsie preferenziali per Amts”. Tutto da buttare? Assolutamente no, come conferma lo stesso Orazio Grasso: “Sono tutte condizioni migliorabili ma che sicuramente non rendono di certo Catania una città modello per la mobilità. In questo senso il MPA ha lanciato una proposta sulla scorta di una visione d’insieme del trasporto pubblico in città. Ma è chiaro che la consonanza politica tra il sindaco Trantino, l’assessore regionale alla mobilità e trasporti Aricò e il governo nazionale, al netto delle dichiarazioni positive del Viceministro Bignami in occasione del sessantesimo compleanno di Amt/Amts, possono aiutare questo percorso virtuoso. E’ una questione di volontà politica!”. Una volontà politica che, comunque, sembra esserci, come confermato dal sindaco Enrico Trantino: “Vogliamo costituire un tavolo permanente sul tema della mobilità, perché sia sempre più forte la sinergia tra tutti gli attori protagonisti. Ci sentiamo confortati dalla presenza del viceministro Bignami a Catania, con cui parleremo dei nodi infrastrutturali che riguardano il capoluogo etneo. Credo che la città abbia compreso che la mobilità sostenibile non è solo un concetto predicato, ma già praticato da noi. Dobbiamo inevitabilmente apportare correttivi e miglioramenti. In passato c’è stata forse un po’ di pigrizia nel considerare nuove forme di mobilità che non fossero il mezzo privato. Dobbiamo invece individuare soluzioni, molte naturalmente a lungo termine, che possano collegare tutta la fascia extraurbana”.