Il futuro del Porto di Catania. Mpa: “Mancano i documenti”
“Avviare un percorso di informazione e confronto politico al fine di realizzare un accorpamento di integrazione della progettualità della città con l’Ente Porto nonché con gli altri Enti e/o Istituzioni coinvolte, ricorrendo a tutti gli strumenti di confronto previsti legislativamente per la realizzazione delle opere di pubblico interesse”. Si torna a parlare prepotentemente del porto di Catania e del suo prossimo futuro. E lo si fa dove si dovrebbe, ovvero in consiglio comunale. Ma l’argomento divide o almeno non convince tutti, come si deduce facilmente dalla richiesta fatta pervenire dai consiglieri del Mpa all’amministrazione comunale attraverso una mozione presentata dal Capogruppo, Orazio Grasso, insieme ai consiglieri Serena Spoto, Angelo Scuderi e Daniela Rotella e condivisa con tutto il coordinamento catanese del Movimento guidato da Pina Alberghina. “Questa mozione – spiega Orazio Grasso – nasce a causa della mancanza di presentazione di documenti sull’argomento, carenza che rischia di non favorire un confronto alla pari e che ha portato il gruppo a presentare la mozione, anticipata da un mio personale intervento in consiglio. Questo perché, più avanti, si possa entrare nel vivo della questione con un confronto politico riguardo a un’opera di interesse e importanza strategica per la città”. Il riferimento è alla presentazione, avvenuta proprio in Consiglio Comunale, del nuovo piano regolatore portuale, in una seduta convocata su richiesta del sindaco Trantino, con protagonista il presidente dell’autorità portuale, Francesco Di Sarcina. Quest’ultimo ha prospettato le novità: dalla divisione del porto nelle due aree commerciale e turistica, connesse ma separate, alla nuova darsena sotto la stazione centrale, passando all’accesso interrato destinato ai camion all’altezza della tangenziale. Tante parole che, però, come ha detto Grasso non sono state supportate dai documenti. Ecco perché la diretta conseguenza della seduta è stata la mozione del Mpa. Una mozione che nasce da alcuni presupposti. In primis che “il Porto di Catania rappresenta un importante scalo marittimo di 1^ classe, a prevalente utilizzo commerciale e diportistico”; che, come da protocollo d’intesa firmato nel marzo del 2016, “si è dato inizio ad un processo di integrazione del porto con la città, preludio di quello che sarà il un nuovo water-front”. Altra premessa, non di minore importanza, sono i diversi punti di criticità, tra cui in particolare “l’assenza di collegamento ferroviario tra Porto ed Aeroporto nonché la mancanza di integrazione del Porto con il Centro Storico”. La richiesta di impegno a sindaco e amministrazione, poi, scaturisce dalla considerazione che “il processo di redazione ed approvazione del Piano Regolatore Portuale coinvolge direttamente anche il Comune di Catania, ed in tal senso, nel disegno di pianificazione portuale è demandata al Comune la pianificazione degli spazi di interazione tra porto e città, previa acquisizione del parere dell’Autorità Portuale”. Inoltre, come si legge nella mozione presentata dai consiglieri Mpa, “è intenzione manifesta dell’Autorità Portuale volersi riportare alle precedenti proposte dei Piani Regolatori Portuali del 2004 e del 2014, e che ciò comporta, stante il lasso di tempo intercorso, la necessità di dover comunque adeguare l’azione di indirizzo alle nuove linee guida prevedendo un potenziamento del sistema portuale nel medio/lungo termine”. “L’adozione – dichiara la coordinatrice Mpa di Catania, Pina Alberghina – ed approvazione del piano regolatore portuale rappresenta uno dei momenti di cruciale importanza per il futuro della città di Catania, tenuto conto dell’importante ruolo legislativamente demandato all’amministrazione comunale nella fase di pianificazione degli spazi di interazione porto/città ed è per questo che riteniamo che già sin da quella che sarà la preannunciata attività di pianificazione ci si muova con l’adozione di scelte programmatiche compiute ed un accurato confronto degli interessi pubblici coinvolti”.