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Tra i quattro superlatitanti italiani c’è il palermitano Giovanni Motisi, killer di fiducia di Totò Riina

di Redazione -





Ci sono quattro italiani fra i 57 super ricercati in Europa dall’Europol (agenzia ufficiale UE): Giovanni Motisi, Domenico Bellantoni, Vincenzo Parisi e Renato Cinquegranella, di cui sono state diffuse le schede.

Sul sito EU Most Wanted dell’Enfast, l’European network of fugitive active search teams (Rete Europea delle Unità Ricerche Attive Latitanti), sono riportati tutti i dettagli: foto segnaletiche, nomi e l’invito ai cittadini a contattare tempestivamente le autorità in caso ne riconoscano qualcuno. ENFAST si propone di aumentare la sicurezza nell’Unione Europea, migliorando l’efficienza della cooperazione di Polizia finalizzata alla localizzazione e all’arresto di criminali ricercati a livello internazionale e che hanno commesso reati gravi. ENFAST è, quindi, una rete di operatori di polizia, attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7, in grado di operare immediatamente per localizzare ed arrestare latitanti.

Il nome più noto tra i criminali italiani è quello del palermitano Giovanni Motisi, 66 anni l’1 gennaio prossimo, irreperibile dal 1998. Conosciuto con il soprannome di ‘u pacchiuni, il grasso, esponente di spicco di Cosa nostra, dopo la cattura di Matteo Messina Denaro viene considerato da molti il nuovo capo dell’organizzazione. Killer di fiducia di Totò Riina, secondo le dichiarazioni di un pentito, accusato di omicidio e di strage, ha un ergastolo da scontare. Nel ’99, durante la perquisizione della sua villa di Palermo, saltò fuori una fitta corrispondenza tra lui e la moglie, biglietti recapitati da ‘postini’ fidati assieme a vestiti e regali. Ed è dello stesso anno l’ultima apparizione certa in Sicilia, alla festa di compleanno della figlia: nelle foto ritrovate diversi anni dopo risaltano le pareti coperte con lenzuola bianche per non far riconoscere il posto. Da allora, più niente o quasi tanto da alimentare il sospetto – ricorrente nelle grandi latitanze – che Motisi possa essere morto. L’altra ipotesi è che abbia cercato, e trovato, riparo in Francia. Per agevolarne le ricerche la Polizia ha diffuso in aprile un nuovo identikit, frutto della rielaborazione della fisionomia del volto col sistema ‘Age progression’.

Domenico Bellantoni, 80 anni, detto Mburia, anche lui condannato all’ergastolo, è un killer di ‘Ndrangheta, affiliato alla cosca reggina dei Piromalli, latitante addirittura dal 1971. Di lui Europol parla come di “un soggetto pericoloso e potenzialmente armato”. Nel suo curriculum, tra l’altro, il tentato omicidio a colpi di pistola di Rocco Malvaso e l’omicidio di Francesco Tocco. Sfruttando il suo profilo criminale, avrebbe anche indotto a prostituirsi una minorenne a Rosarno.

Ha un ergastolo da scontare anche Vincenzo Parisi, 75 anni, collegato alla ‘mafia foggiana’, conosciuta per la sua spietatezza: con due complici, attiro’ in trappola e uccise “per futili motivi” a colpi di pistola calibro 38 Filippo Russo e Franco Cavazzuti. Secondo Europol, per sfuggire all’individuazione e all’arresto si avvale di una carta di identità rubata e falsificata.


Renato Cinquegranella, napoletano, 75 anni, e’ praticamente scomparso dal 2002. Ricercato per associazione a delinquere di stampo mafioso, concorso in omicidio, estorsione ed altro, originariamente era legato alla ‘Nuova famiglia’, storici rivali della Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo: di lui resta negli archivi una vecchia foto sgranata in bianco e nero, calvizie avanzata, occhiali, baffi neri e sguardo fisso nell’obiettivo.
Un volto come tanti, eppure il suo nome compare nelle cronache giudiziarie di due dei delitti che più hanno scosso Napoli: l’omicidio di Giacomo Frattini, alius Bambulella, soldato della Nco, torturato, ucciso e fatto a pezzi nel gennaio dell’82, e il massacro del capo della Mobile Antonio Ammaturo e del suo autista, Pasquale Paola, ‘firmato’ nel luglio dello stesso anno dalle Brigate Rosse. Episodio che confermo’ l’esistenza di un ‘patto scellerato’ tra i terroristi e i capi-zona della camorra del centro di Napoli. Dal dicembre 2018 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, finora senza esito. La Cassazione gli ha confermato l’ergastolo nel maggio 2014.
(fonti: antimafiaduemila; ministero dell’Interno; polizia di stato; europol; enfast)