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Salute

Febbre e ospedali sold out: il Covid preoccupa gli anziani. L’intervista a Carmelo Iacobello

di Redazione -





di ALESSANDRO FRAGALÀ – Italiani e siciliani a letto e pronto soccorso presi d’assalto, anche per situazioni, purtroppo, molto gravi. A qualcuno potrebbe sembrare un dejà-vu della pandemia e, invece, è solo il risultato dell’influenza stagionale che ha colpito praticamente tutti, specialmente i più piccoli. Febbre alta, tosse molto fastidiosa e, in alcuni casi gravi, anche problemi respiratori importanti. E il Covid? I contagi, secondo i numeri ufficiali, sono anzi sarebbero in netto calo, ma i dati potrebbero anche essere falsati dalle festività natalizie e dal fatto che, ormai, sono davvero in pochi quelli che dinanzi a sintomi influenzali decidono di effettuare un tampone. Il problema, dunque, non è il Covid o forse lo è indirettamente, perché magari le mascherine che abbiamo usato per salvarci dal Coronavirus, avrebbero permesso di rendere meno letale l’influenza stagionale e che, in molti, forse in troppi, hanno evitato la vaccinazione. Il dato certo è che gli ospedali, soprattutto durante le festività, hanno registrato il sold out praticamente in tutta Italia.

Situazione che si è verificata anche a Catania, come ci spiega Carmelo Iacobello, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive dell’Ospedale Cannizzaro. L’inverno 2023-2024 verrà ricordato anche per gli ospedali presi d’assalto per l’influenza.

Il ricordo del Covid è inevitabile, ma siamo dinanzi ad una nuova emergenza? “Siamo di fronte ad un’emergenza ampiamente prevedibile, sostenuta prevalentemente dal ceppo H1-2009 responsabile della cosiddetta influenza suina, che in atto rappresenta un problema per la numerosità dei casi e per la gravità del quadro clinico. Ovviamente la insufficienza copertura vaccinale per l’influenza stagionale e l’uso delle mascherine che ha ridotto la circolazione del virus e l’immunizzazione della popolazione recettiva, associate alla stagione invernale e al periodo natalizio che ha contribuito ad aumentare i contatti sociali, sono i principali fattori che hanno fatto lievitare i casi di influenza stagionale”.

Il suo collega Matteo Bassetti ha parlato della stagione peggiore degli ultimi 30 anni, è davvero così? “Il mio amico Matteo Bassetti ha perfettamente ragione quando sostiene che quest’anno l’influenza stagionale è particolarmente severa. Ma d’altra parte è noto che la suina del 2009 ha rappresentato una delle forme più gravi di influenza e oggi conferma la sua particolare severità”.

Questa influenza sembra avere dei sintomi lunghissimi, possiamo dire che è più pericolosa del covid? “L’influenza del 2023-24 si caratterizza, peraltro, per la lunghezza dei reliquati soprattutto con tosse persistenze e astenia post-virale, spesso associata a dolori muscolari. La tosse spesso stizzosa è legata a laringo-tracheiti che durano anche per settimane”.

E il covid, invece, nel frattempo come si sta comportando? Si parla di contagi in calo, ma è solo perché non vengono più fatti tamponi? “Il Covid allo stato attuale e con le ultime varianti si può considerare derubricato a semplice raffreddore nei giovani e negli adulti sani ed in buona salute. Rimane sempre una patologia potenzialmente pericolosa per gli anziani e i soggetti fragili ed immunocompromessi, specialmente se non hanno avuto accesso alla vaccinazione specifica. I contagi e la circolazione del SarsCoV2 rimane alta, ma con una bassa incidenza di casi gravi. Rimane di fondamentale importanza garantire le terapie antivirali precoci, in grado di assicurare una più rapida guarigione ed evitare la progressione verso forme gravi di malattia nei soggetti con fattori di rischio”

Superato questo tremendo inverno che certamente ricorderemo, cosa dobbiamo aspettarci per il prossimo futuro? “Bisognerà per il futuro fare tesoro dell’esperienza acquisita in questo inverno per programmare un efficace piano pandemico che consenta di avere degli algoritmi indirizzati alle strutture territoriali, ai centri vaccinali e agli ospedali. Diversamente ci troveremo impreparati nei confronti delle pandemie già note”.