Dissalatori in affanno: Porto Empedocle spento di notte per il rumore, è scontro politico
Un mese fa l’inaugurazione in pompa magna con il presidente della Regione Renato Schifani. Oggi, uno dei dissalatori in Sicilia, quello di Porto Empedocle, finisce al centro delle polemiche: secondo quanto dichiarato dal commissario nazionale per l’emergenza idrica, l’impianto produce soltanto la metà dell’acqua prevista perché di notte viene spento per non disturbare i residenti.
Un paradosso che diventa subito terreno di scontro politico. A sollevare il caso è Michele Catanzaro, capogruppo del Partito democratico all’Ars:
«Dovevano essere la risposta alla sete cronica della Sicilia occidentale — accusa — ma i dissalatori di Porto Empedocle e Trapani stanno mostrando limiti strutturali e gestionali che ne compromettono l’efficacia. Sarebbe stato più utile investire sulla manutenzione delle reti idriche, ormai fatiscenti, e accelerare la realizzazione di nuove condotte».
Porto Empedocle e Trapani, due simboli in crisi
L’impianto agrigentino, costato 26 milioni, non solo è rumoroso, ma ha mostrato guasti già poche settimane dopo l’avvio. A Trapani, invece, i lavori procedono a rilento: i problemi tecnici e la decisione di costruire sul sito del vecchio dissalatore dismesso stanno frenando l’attivazione, nonostante i 100 milioni di euro complessivi investiti con fondi del patto di sviluppo e coesione.
Nel frattempo, la popolazione continua a convivere con razionamenti e disagi, soprattutto lungo l’asse da Trapani ad Agrigento, dove la siccità si somma alle perdite delle reti che disperdono fino alla metà dell’acqua immessa.
La replica di Forza Italia
Dal fronte di maggioranza, la risposta arriva dal capogruppo di Forza Italia, Stefano Pellegrino, che bolla le critiche come «strumentali» e ricorda che i dissalatori non rappresentano la soluzione definitiva, ma un tassello temporaneo in attesa di interventi strutturali.
«Accanto ai dissalatori — spiega — è in corso un piano di oltre 300 interventi di manutenzione delle reti idriche. Invitiamo l’opposizione a un confronto costruttivo, basato sui dati reali, perché l’acqua è un tema che richiede unità di intenti e non slogan di parte».
Il nodo strategico
Dietro lo scontro politico resta l’interrogativo: i dissalatori, presentati come risposta immediata all’emergenza, sono davvero la soluzione? O si tratta di un palliativo costoso che rischia di trasformarsi in un’altra incompiuta siciliana, mentre dighe e reti idriche attendono ancora una manutenzione capace di garantire acqua stabile e duratura.