Leggi:

Attualità

I “Delfini Blu”: una storia di coraggio, sport e relazioni

di Francesca Gallo -





Quella dei Delfini Blu è una storia di mille anime, una storia che parla di coraggio, di alleanze tra persone, tra genitori e figli, tra formatori ed allievi, tra compagni di squadra. Ma è soprattutto una storia che parla di sport e di autismo. Un disturbo che spesso, in mancanza di un intervento mirato, rischia di cronicizzarsi, generando progressivamente una sorta di segregazione sociale che, di fatto, lascia chi ne è affetto e le famiglie, in un isolamento ai margini del contesto comune.

Trattare soggetti con disagio da autismo non è un’impresa semplice, richiede impegno, c’è da abbattere una quantità infinita di barriere, interne ed esterne, concettuali e psicologiche, ma anche il muro del silenzio di chi ne soffre, il suo disinteresse alla comunicazione, compresa la rinuncia ad un’integrazione reale con gli altri coetanei. 

Da un’intuizione di un gruppo di  giovani “moschettieri” pronti a spendersi e a dedicarsi all’assistenza sportiva e all’allenamento delle persone con difficoltà psicologiche, con lo scopo di adattarle il più possibile a ogni tipo di rischio, si fa strada un progetto ambizioso che nel 2017 diventa realtà con la costituzione dei “Delfini Blu”.

Un progetto che, nell’ottica di individuare degli stimoli abilitanti ad avvicinarsi quanto più possibile a un reale ambito di vita, identifica nello sport il mezzo ideale quale occasione di integrazione e sfida personale con se stessi, ma anche come volano di amicizie e di relazioni.

L’idea è quella di promuovere, non un semplice intrattenimento, ma dei veri e propri allenamenti finalizzati all’agonismo. Un percorso sportivo a tutti gli effetti, con attività da svolgere nel proprio ambiente naturale e, trattandosi di pallanuoto, nella piscina comunale della propria città: Palermo.

I “Delfini” protagonisti di questa avventura sono dei ragazzi “speciali” che, sfidati dalla vita, quando si presenta loro l’occasione, non si tirano indietro, ma accettano di entrare in campo, di relazionarsi con gli altri, per riappropriarsi, passo dopo passo, di quel posto loro dovuto nella società. Un percorso che li ha portati a vivere tante occasioni ed esperienze “nuove”, a vincere tante sfide: la paura, l’isolamento. Prima di diventare davvero atleti era necessario mettere in atto importanti trasformazioni che hanno richiesto parecchio spirito di adattamento, cosa non scontata.

Ciò significava dover uscire dalla propria bolla ovattata di sicurezza, dove ogni cosa era ben in ordine, ben collegata alle altre, conosciuta, ripetitiva e controllabile. Significava praticare attività sportive, affrontare viaggi e trasferte mai effettuate prima di allora. Un “mondo nuovo” con cui i ragazzi Delfini sono stati chiamati a confrontarsi.

“E’ stata una grande scommessa che partendo dallo sport ha arricchito la vita di tutti quelli che ne sono entrati a far parte – dichiara la psicoterapeuta ideatrice del progetto, Marina Bellomo, portavoce del sodalizio. L’avventura dei Delfini Blu inizia con sette iscritti che, dal 2017 ad oggi, sono diventati 78, portando la società a crescere non solo numericamente, ma anche sotto l’aspetto promozionale sportivo, attraverso l’ampliamento del proprio ventaglio di discipline, esteso dalla pallanuoto, al nuoto, all’atletica, al calcio e al tennis, offrendo maggiori possibilità a tutti. Il percorso di ogni atleta, che sia promozionale o agonistico – precisa la psicoterapeuta – è principalmente un percorso sportivo. Sebbene ci possano essere delle ricadute terapeutiche, nasce soprattutto come percorso finalizzato al benessere della persona. I nostri ragazzi Delfini non sono pazienti, ma atleti a tutti gli effetti, persone che fanno sport, si impegnano e sfruttano un’opportunità di inclusione in un contesto aggregante, socializzante e che consente loro una crescita di grande benessere fisico, psichico ed emotivo”.

Delfini Blu

Da anni l’A.S.D. Delfini Blu è una società impegnata nel settore dello sport paralimpico, vanta un discreto ed invidiabile medagliere e si è distinta raggiungendo traguardi importanti in ambito regionale e nazionale in seno alla Federazione Italiana Disabili Intellettivo Relazionali (F.IS.D.I.R.).

“E’ stato un percorso lungo, iniziato con la pallanuoto, disciplina che ci ha visto pionieri nel Sud Italia – dichiara la psicoterapeuta Bellomo –  attraverso cui i nostri ragazzi Delfini sono diventati campioni d’Italia,  vincendo il titolo per tre anni consecutivi. Alcuni dei nostri atleti  – aggiunge – sono di interesse nazionale e sono entrati in un circuito che li impegna in trasferte agonistiche nazionali ed internazionali”.

La storia dei Delfini Blu, resa possibile, in primis, grazie all’incondizionato supporto delle famiglie e all’impegno costante svolto dall’equipe di professionisti che li segue negli allenamenti e nelle trasferte, è racchiusa   in un libro, dal titolo “Un mondo nuovo. Le origini dei Delfini Blu”,  scritto da Simona Drago, avvocato palermitano che affascinata dal loro percorso lo ha voluto approfondire e divulgare, animata dalla voglia di promuovere l’identità siciliana, incarnata in figure reali, vere, chiamate a confrarsi con le difficoltà della vita quotidiana. 

Una pubblicazione in cui l’autrice, con abilità, riesce a ricostruire il percorso sportivo di questi ragazzi, abbracciando un lungo periodo che si snoda in un avvicendarsi di relazioni, valori e condivisione.

Il libro nasce dall’incontro con Amalia Ugdulena Bellomo che da siciliana di origine, si trasferisce ancora piccola al seguito della famiglia in Argentina, per poi, alla fine della Seconda Guerra mondiale, fare rientro in Italia e precisamente in Sicilia, in una Palermo, dove si rende testimone diretta della nascita dei Delfini Blu.

“In Amalia Ugdulena Bellomo, piccola e nobil donna – spiega l’autrice Simona Drago – ho rivisto il tipico tratto di donna siciliana, eroica e coraggiosa, che con spiccato senso di altruismo si proietta ad aiutare e migliorare le condizioni degli altri, riversando lo stesso profondo amore che nutre per la vita e la propria famiglia, anche in società.

Ancor prima che progettuale, la nascita della società è mossa da una visione emotiva e valoriale, dalla consapevolezza che il percorso di riabilitazione delle persone con disabilità troppo spesso resta circoscritto a degli ambiti prettamente terapeutici, non del tutto bastevoli per il pieno sviluppo delle competenze della persona.  

L’ideatrice, Marina Bellomo, insieme alle instancabili colleghe ed amiche Francesca Aneli e Maria Grazia Farina, entrambe psicologhe e psicoterapeute, intuiscono che i percorsi psicoterapici erano si importanti, ma necessitavano di altro. Decidono di condividere l’idea progettuale con un gruppo di giovani allenatori, Blasco e Davide Di Maio, Riccardo Guaresi e Gregorio Messina che nel 2017 porta alla nascita dei Delfini Blu, determinando lo spiccare il volo di tanti ragazzi che hanno potuto iniziare a cambiare la loro vita con un grande impegno, hanno costruito una rete amicale, sviluppato una propria autonomia, iniziato a viaggiare, traendo tutti quel grande benessere che può offrire lo sport quando lo vivi appieno”.

“La terapia di vita” con l’andare del tempo ha dimostrato di funzionare. I Delfini, sollecitati dalla frequenza degli allenamenti, non solo si sono arricchiti di un nuovo patrimonio di competenze atletiche, ma hanno raggiunto traguardi importanti nel campo delle relazioni interpersonali, grazie ad un’opportunità di inclusione vissuta in un contesto aggregante, socializzante e che consente una crescita di grande benessere fisico, psichico ed emotivo.

Il coraggio dei Delfini Blu e delle loro famiglie è un esempio mirabile d’integrazione e ci insegna che nonostante tutto, non bisogna assecondare alcun “alibi” che impedisca di accettare la sfida e di entrare in campo in modo responsabile.

Delfini Blu