Decreto su “esorcismi e preghiere” sulla scia della strage di Altavilla
di FLAVIA ROMANI
La Conferenza Episcopale della Sicilia ha approvato un decreto riguardante “Esorcismi e preghiere di guarigione e liberazione”.
Secondo i Vescovi siciliani, sebbene la pratica dell’esorcismo sia diminuita recentemente, ci sono ancora molte persone che la richiedono. Nel documento si evidenzia una situazione per la quale il numero dei fedeli che cercano liberazione da presunte possessioni è ampio. Le stesse sono causate, a loro dire, da malefici e fatture.
Alla memoria, parlando dell’argomento, riemerge sicuramente la strage di Altavilla Milicia. Dove, nella villetta dell’orrore, persero la vita lo scorso febbraio una madre e due figli: Antonelle Salamone (56 anni) e i piccoli Emanuel e Kevin rispettivamente, di cinque e 16 anni. Una morte arrivata per mano del padre e del marito, Giovanni Barreca, aiutato dalla primogenita (17 anni) e da due “fratelli di fede”, degli amici di famiglia conosciuti negli ambienti parrocchiali: Sabrina Fina e Massimo Carandente. Il movente dei delitti e delle torture, a seguito delle dichiarazioni degli indagati, è religioso. In particolare, Barreca sostiene che la famiglia era stata impossessata dal demonio e, per questo, a moglie e figli, era necessario “infliggere” un rito di purificazione. Riti che si sono trasformati in violenze e sevizie, fino alla morte. Casi che non sono di certo all’ordine del giorno, ma che, purtroppo prendono spazio nella cronaca nera. I coniugi Barreca e i “fratelli di fede” si erano incontrati in Chiesa, durante dei gruppi di preghiera. Da lì era scaturito un rapporto malato e una sorta di delirio mistico che ha portato alla strage.
Difatti, in molte diocesi siciliane, così come in tutta Italia, alcuni sacerdoti organizzano riunioni periodiche per condurre preghiere mirate alla guarigione dagli influssi maligni. Queste riunioni spesso si accompagnano a celebrazioni liturgiche erroneamente chiamate “Messe di guarigione”.
I Vescovi ritengono che per svolgere tali celebrazioni sia necessario un quadro normativo chiaro che delinei le modalità di azione. “Affinché queste celebrazioni siano svolte è però necessario che siano illuminate da una normativa giuridico-pastorale puntuale che ben delinei le possibilità di azione. Inoltre – secondo i vescovi siciliani – è fondamentale che chi guida questi momenti, se vissuti nella fiducia allo Spirito Santo, sia da conforto per l’anima tormentata, e sappia anche circoscrivere la preghiera a tale compito senza scadere nella concitazione di isterismo, artificiosità, teatralità o sensazionalismo”. Il Canone 1171 del Codice di Diritto Canonico tratta degli esorcismi in relazione agli “ossessi”, riservando l’azione dell’esorcismo ai sacerdoti specializzati. Tuttavia, si possono utilizzare preghiere di liberazione per coloro che sono “disturbati”, chiedendo l’intercessione di Dio per la loro liberazione. La Congregazione per la Dottrina della Fede ha già emanato delle norme in questo senso nel settembre 2000.
Il testo si oppone agli esorcismi “fai da te” e indica precise linee guida per coloro che svolgono questo ministero, nonché per coloro che devono discernere tra reale disturbo e mera suggestione.
Monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e Presidente della Cesi, sottolinea l’importanza di queste linee guida per affrontare questioni di interesse generale nella comunità ecclesiale, promuovendo una prassi unitaria nelle pratiche religiose. “Queste linee guida sono emesse per affrontare questioni di interesse generale all’interno della comunità ecclesiale. Le pratiche religiose sono importanti per esprimere e mantenere una prassi unitaria all’interno delle comunità di fede. Attraverso la preghiera comune, la partecipazione ai sacramenti e l’osservanza dei rituali religiosi, i fedeli vivono la comunione con gli altri credenti”.