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Ambiente

Concessioni balneari Sicilia, Consulta: proroghe illegittime, contrastano con direttiva Bolkenstein

di Antonella Mulè -





Lo Stato incassa circa 110 milioni di euro l’anno dalle concessioni demaniali marittime, mentre gli stabilimenti balneari fatturano nel complesso almeno 10 miliardi di euro l’anno. Le proroghe automatiche disposte dalle legislazioni regionali e nazionali si pongono in contrasto con le norme UE.

La Corte costituzionale, con la sentenza n. 109/2024 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme dell’art. 36 della legge della Regione Siciliana n. 2 del 2023 che hanno previsto la proroga al 30 aprile 2023 del termine per la presentazione delle domande di rinnovo delle concessioni demaniali marittime a scopo turistico-ricreativo (cosiddette concessioni balneari), nonché la proroga alla stessa data del termine per la conferma dell’interesse alla utilizzazione del demanio marittimo. La norma siciliana è in violazione dell’art. 12 della direttiva Bolkestein n. 2006/123/CE, nota anche come “direttiva servizi”, che impone agli Stati membri dell’UE, con efficacia diretta, di mettere a gara le concessioni demaniali in scadenza, vietando il ricorso alle proroghe automatiche ex lege. Violato l’art. 117, primo comma, Cost., che vincola anche il legislatore regionale all’osservanza degli obblighi derivanti dall’Unione europea assunti dall’Italia. 

Da sottolineare che l’inadempienza nell’attuazione del diritto dell’Unione Europea è stata, e rimane attualmente, del legislatore nazionale, il quale anziché procedere ad una conseguente e necessaria rivisitazione della materia, pur preannunziata più volte e oggetto anche di apposita delega al Governo, da parte della legge n. 217 del 2011, mai portata a compimento, ha inaugurato, sin dal 2010, una stagione di ripetute proroghe delle concessioni in scadenza, fino alla legge 14/2023.

Duro attacco al governo nazionale espresso in una nota dal deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli: ”La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime le proroghe delle concessioni demaniali in Sicilia. Questo è un risultato disastroso delle politiche del governo Meloni, che non ha preso alcuna decisione per i suoi interessi elettorali : bypassare le elezioni europee e tutelare i privilegi di chi detiene concessioni senza gare, pagando poche migliaia di euro a fronte di fatturati milionari. Noi abbiamo presentato una legge che dichiara le spiagge bene comune e stabilisce che almeno il 70% delle spiagge deve essere libero da strutture, aumentando i canoni delle concessioni triplicando i valori attuali. Attualmente, lo Stato incassa circa 110 milioni di euro all’anno dalle concessioni demaniali marittime, mentre tutti gli stabilimenti balneari fatturano almeno 10 miliardi di euro all’anno. È il disastro Meloni, che per tutelare i privilegi vuole privatizzare le ultime spiagge libere.”