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Catania, la festa è finita. E la città ritrova i problemi

di Alessandro Fragalà -





Tolti i lustrini e il vestito buono della festa, Catania si ritrova impantanata tra i problemi. E non solo nelle difficoltà di scardinare dalle strade la cera lasciata dai devoti. Magari, però, questa potrebbe essere la metafora che racconta una città e le sue contraddizioni.

Una città che cerca di mostrare il suo lato migliore, ma si complica la vita e si perde proprio nel tentativo di scardinare l’altro lato, quello peggiore. E se a Catania della festa di Sant’Agata si parla poi per giorni anche dopo la sua conclusione, l’edizione 2024 si ricorderà anche per tutto ciò che alla festa ha girato intorno. Lo shock per la violenza sessuale perpetrata il 30 gennaio alla villa Bellini e, non a caso verosimilmente, reso noto il 3 febbraio pochi minuti dopo l’uscita della tradizionale carrozza del Senato, ha turbato, ma non troppo, la festa.

O meglio: la sensibilità della maggior parte dei catanesi è stata fortemente scossa da quanto accaduto e, magari, da chi rappresenta i cittadini nelle istituzioni era lecito aspettarsi toni più pacati e qualche foto sorridente in meno per celebrare la festa, ma soprattutto l’arrivo a Catania del premier Giorgia Meloni. Tolti i lustrini Catania si è ritrovata nuovamente a fare i conti con la mancanza di sicurezza e con la delinquenza diffusa. Proprio oggi è stata fissata dalla sesta commissione consiliare del comune, una riunione con gli assessori di competenza per discutere dei problemi di sicurezza nei parchi cittadini e in particolare alla Villa Bellini e al Parco Gioeni. “In attesa che vengano ripristinate le telecamere di sicurezza – spiega Serena Spoto, presidente della commissione – abbiamo chiesto un presidio continuo nei parchi, per garantire la sicurezza. Le telecamere di sicurezza installate fin ora non garantiscono intervento immediato. Sono state acquistate numerose telecamere per il controllo del territorio in merito all’abbandono dei rifiuti e alle discariche sparse in città. Queste potrebbero essere utili anche per garantire la sicurezza in luoghi sensibili come i parchi”. A proposito di telecamere, tra quelle installate per svariati motivi in città, molte sono state vandalizzate e rese inutili.

Solo per fare alcuni esempi: è passata a miglior vita quella che in via Teatro Greco avrebbe dovuto controllare i resti archeologici, ma anche la nascita di mini-discariche abusive nella piazza antistante il teatro. Poi c’è quella posta all’angolo tra Via Reitano e via Alaimo (nei pressi del Castello Ursino) che serviva a gestire la Ztl e che, invece, schermo a led compreso è scomparsa improvvisamente durante una notte di qualche giorno fa. Accennavamo prima alle discariche: appunto un altro problema atavico della città di Catania. C’è chi ancora non ha digerito la raccolta differenziata e l’addio agli storici cassonetti, preferendo lanciare i propri rifiuti ai margini delle strade, anche del centro cittadino. Un problema che Catania, purtroppo, non riesce a risolvere. Il rimedio? Principalmente l’installazione delle telecamere di sicurezza che, e si torna al discorso di prima, vengono puntualmente vandalizzate, distrutte o rubate. E la città, bellissima per i tre giorni dedicati alla Patrona, riaffoga tra cumuli di rifiuti, maleducazione e inciviltà. E non si tratta certamente di una questione che riguarda solo l’amministrazione: il problema è di civiltà, di mancanza di educazione civica. In questo senso qualcosa si sta provando a fare, ma le carenze sono ancora troppe. Nel contesto dell’educazione civica non possiamo non inserire l’utilizzo dei mezzi pubblici a discapito delle auto.

E la festa di Sant’Agata era certamente l’occasione migliore per testare il livello del trasporto pubblico di Catania. Basta dare un’occhiata veloce ai social per capire che qualcosa non è andata per il verso giusto. L’afflusso di persone alla metropolitana nei giorni della festa è stato abnorme e il servizio, soprattutto nella giornata del 3 febbraio non ha retto. I treni troppo piccoli e la frequenza di un treno ogni 10 minuti la mattina e ogni 15 il pomeriggio, ha fatto il resto. Un disastro annunciato a cui si è provato a rimediare nei giorni successiva aumentando la frequenza dei treni che, però, con appena due scompartimenti a testa, rimangono troppo piccoli per un’utenza che (e questo è un dato positivo) sta aumentando giorno dopo giorno.