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“Caro ticket”: la cultura in Sicilia è più salata

di Redazione -





Nuovo anno, nuovi rincari a sorpresa. E se già a livello nazionale la nuova stangata ai consumatori sembra ormai pronta, per i siciliani la situazione potrebbe essere anche peggiore. Ai 974 euro di maggiore spesa già stimata dal Codacons per il 2024, dovuti ai rincari di prezzi e tariffe nei vari settori, i siciliani dovranno aggiungere anche con l’aumento del costo della cultura.
Un decreto firmato alla vigilia di Natale dall’assessore ai Beni culturali Francesco Scarpinato annuncia l’arrivo nei siti regionali di incrementi addirittura del 30%. La cultura diventa così più “salata”, sia per i residenti che per i turisti, tale da poter indurre a pensarci due volte prima di pianificare un viaggio in Sicilia. Di fatto, a partire da gennaio, per entrare nel Parco della Valle dei Templi di Agrigento e al Teatro antico di Taormina il ticket costerà 14 euro invece dei 10 attuali. Ad Agrigento il Museo archeologico costerà 10 euro invece degli 8 attuali, il Museo Pirandello 6 euro anziché 4. Nell’Ennese l’ingresso a Morgantina passa da 3 a 8 euro e lo stesso vale per il museo di Aidone, mentre il museo di Centuripe costerà 4 euro, quando attualmente l’ingresso è gratuito.
Aumenti sono in vista anche a Palermo, dove il biglietto dell’Abatellis passa da 8 a 10 euro, Palazzo Mirto da 6 a 8 euro, Castello a Mare e Cuba 4 euro e non più 2, Chiostro di San Giovanni degli Eremiti e Chiostro di Monreale costerà 8 euro invece che 6.
A Siracusa per la Galleria Bellomo si spenderanno 10 euro invece di 8. Per il Castello Maniace 6 e non più 4, mentre l’area che comprende la Neapolis, il Teatro greco e l’Orecchio di Dioniso costerà solo 50 centesimi in più: da 13,5 a 14 euro.
Il museo Paolo Orsi è l’unico in Sicilia che non subirà aumenti e dunque sarà ancora visitabile per 10 euro.
L’aumento maggiore è invece previsto per i gioielli del Trapanese. Il museo Baglio Anselmi di Marsala passerà da 4 a 10 euro. Il Parco archeologico di Segesta costerà 14 euro invece di 6 e lo stesso aumento è fissato per il Parco archeologico di Selinunte. Il museo del Satiro danzante di Mazara passa da 6 a 8 euro. Nel Messinese entrare al Parco Isolabella costerà 6 euro, a Tindari 8 euro e non più 6 e il Museo di Messina 10 euro invece che 8. Inoltre, viene ovunque abolita la gratuità sostituita da quote minime ma per tutto dicembre non si pagherà ancora nulla. È il caso, a Palermo, del Villino Florio, dell’Oratorio dei Bianchi e della Palazzina Cinese che costeranno dall’1 gennaio 4 euro.
Si tratta di una manovra che arriva al traguardo dopo mesi di dibattiti nel governo con conferme dell’assessore Scarpinato ma poi smentite dal presidente Schifani che lo scorso ottobre si è trovato, a sua sorpresa, bersaglio di una protesta dei tour operator.
Schifani ha dichiarato di non essere mai stato informato degli aumenti ai ticket d’ingresso e la volontà di contestare all’assessore di Fratelli d’Italia di non aver prima condiviso in giunta una decisione tanto importante che starebbe condizionando l’attività degli operatori turistici già a lavoro per vendere pacchetti vacanze del prossimo anno acquistando biglietti con prezzi in vigore oggi.
Il decreto Scarpinato avrebbe spinto i tour operator a rivedere i prezzi di questi pacchetti e perfino a chiedere ulteriori somme per quelli già venduti. Azione solitaria dell’assessore Scarpinato che ha portato il presidente Schifani a chiedere la sospensione del primo decreto di ottobre. Ma durante la vigilia di Natale, Scarpinato ha confermato per intero gli aumenti già previsti a metà ottobre firmando il secondo decreto in vigore già da lunedì. Sul caro ticket si era già espresso, la scorsa primavera, anche il Comitato per i biglietti che aveva già formulato la prima versione del nuovo tariffario.
Secondo tale Comitato si stanno prevedendo aumenti comunque inferiori a quelli che sarebbe naturale introdurre sulla base dei raffronti nazionali, e comunque al di sotto delle tariffe praticate in altre regioni d’Italia.