Palermo, al festival del gelato Sherbeth anche BarConi, la gelateria sociale gestita da migranti
Dal barcone al BarConi. Sherbeth, il festival del gelato artigianale in corso a Palermo sino all’11 novembre, celebra l’accoglienza e l’intergrazione.
Lo fa con il progetto ‘BarConi’, voluto da Moltivolti e nato nel quartiere Ballarò ormai dieci anni fa, che ha messo insieme un gruppo di persone provenienti da otto Paesi diversi (Senegal, Zambia, Afghanistan, Bangladesh, Francia, Spagna, Gambia e Italia) non solo per offrire dignità, cittadinanza e valore a partire dalla diversità a queste persone, ma anche per la promozione della cultura del cibo. “Barconi per adesso ha un gruppo di 23 stagisti che si stanno avvicinando al mondo del gelato artigianale”, racconta Giovanni Zinna, uno dei soci fondatori di Moltivolti. Un’iniziativa che si sta per espandere. “A breve approderemo a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani – dice – e non è una scelta casuale, visto il tessuto sociale della città con una forte presenza e integrazione di popolazioni migranti. Per noi vale il motto latino ‘Ubi bene, ibi patria’, ossia dove sto bene allora lì è patria. È il concetto di cittadinanza che poggia su quello di sentirsi parte di una comunità”.
“Noi siamo artigiani del gusto – ha detto il maestro gelatiere e direttore tecnico di Sherbeth, Antonio Cappadonia -. Sherbeth è un vero e proprio contenitore di accoglienza dove valori come umanità, fraternità e amicizia sono imprescindibili. Quando Giovanni Zinna mi aveva raccontato la prima volta del progetto di BarConi rimasi entusiasta. Pensare al gelato come veicolo di un messaggio così importante mi ha veramente emozionato. Sogno che questi ragazzi un giorno possano creare e vendere il loro gelato, diventando veri e propri maestri gelatieri. Ovviamente sono disposto ad aiutarli nella formazione”. Proprio Cappadonia a BarConi fornisce un gusto esclusivo: burro di arachidi, riso soffiato, zucchero e zest di limone. “La parola barconi è associata a ricordi molto brutti per me – dice Malik, uno dei ragazzi di BarConi -. Avevo 16 anni e ci sono voluti più di 5 mesi per arrivare a Pozzallo. Ora, invece, eccomi qui, con il ruolo di responsabile della gelateria che porta un nome che per me, adesso, ha un significato totalmente diverso”.
“Due anni fa un incendio ha distrutto parte della nostra sede – conclude Zinna -. In 5 giorni abbiamo raccolto 150mila euro. Questa è Palermo per noi e oggi ci sentiamo ancora più responsabili di questa investitura che la città con il suo amore ci ha dato. Questi ragazzi sono una vera risorsa. Tanti sono i ristoranti che hanno in cucina i migranti. Ma mi permetto di dire che i nostri ragazzi, a differenza di altre realtà, sono inseriti in un progetto di ‘empowerment’ per trasformarli in imprenditori del domani, partecipi della crescita personale e aziendale”.