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Cronaca

Audio inchioda il 17enne: è davvero lui l’assassino di Lino Celesia?

di Redazione -





C’è un audio: e questa potrebbe essere la prova che inchioda definitivamente un 17enne di Palermo come l’autore dell’omicidio di Rosolino Celesia, l’ex calciatore di soli 22 anni freddato otto giorni fa alla discoteca Notr3 di Palermo. Una prova schiacciante, come si usa dire in questi casi, per trovare la mano assassina che ha tolto la vita all’ex calciatore delle giovanili del Torino. E sarebbe proprio questo audio ad inchiodare alle sue responsabilità il 17enne che, peraltro, si è già accusato del delitto qualche ora dopo i tragici fatti. La svolta potrebbe, dunque, arrivare da questo audio/video nel quale si sentono i due colpi di pistola. C’è una voce che inchioderebbe il minore dei due fratelli fermati per il delitto in discoteca. Per l’omicidio, infatti, sono in stato di fermo non solo il ragazzo di 17 anni ma anche il fratello di 23, dietro le sbarre anche lui ma per detenzione illegale di una pistola. Il minorenne, nei giorni scorsi, ha confessato più volte di avere sparato a Celesia, compreso quando ha parlato durante l’interrogatorio di garanzia che ha convalidato l’arresto. Ma per gli inquirenti la sua versione andava approfondita perché si pensava che questa confessione altro non fosse se non una copertura per il fratello. Invece, questo audio sarebbe la discriminante che chiude ad ogni altra ipotesi sull’omicidio di Celesia. Intanto ieri si sono celebrati in forma privata e blindata i funerali dell’ex calciatore ucciso la notte del 21 dicembre. Niente corteo pubblico per i funerali del giovane Lino Celesia. Il questore, Vito Maurizio Calvino, ha deciso di vietarli per motivi di ordine pubblico. Ieri mattina, comunque, si sono radunati al cimitero di Sant’Orsola solo i familiari, ma in tanti hanno voluto manifestare la loro partecipazione alle esequie. La polizia ha filtrato gli ingressi nel luogo sacro e molti amici del ragazzo sono rimasti fuori dai cancelli. La funzione religiosa è stata celebrata dal parroco, Don Salvatore Petralia, della parrocchia di San Giovanni Apostolo. Poco prima, davanti all’abitazione del ragazzo ucciso, al quartiere CEP di Palermo, la bara bianca di Celesia è stata salutata con applausi e molti palloncini bianchi. I ragazzi, suoi amici, indossavano una maglietta con la foto del ragazzo ed altri avevano una foto di Lino. La bara, è stata portata giù da casa con un elevatore prima che un corteo, controllato a vista, l’accompagnasse davanti la porta del cimitero.