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Cultura

Antonio Presti “Artisti dissidenti in una società sempre più ignorante”

di Redazione -





di ANTONIO SCHEMBRI
Lo ‘stato’ dell’arte? “Soffocato, rantolante dentro logiche di sistema: un processo di omologazione che non nasce certo adesso, anzi condiziona la creatività da mezzo secolo. E prova grottescamente a comunicare con una società oggi sempre più ignorante e inebetita”. Mai avuti peli sulla lingua, Antonio Presti, nella sua missione di mecenate capace di vivificare territori a colpi di eresia. “Un vero artista -sottolinea- rifugge da questi vincoli: è tale solo se è un dissidente, se procede controcorrente, scegliendo ogni giorno di essere autentica presenza emozionale, spirituale”. Concetto espresso dalle sculture e installazioni di land art che trasfigurano terreni improduttivi, così come pezzi di città fagocitati dal degrado, in veri e propri musei all’aperto. Opere metafisiche donate alla collettività, perché moltiplicano e esaltano la bellezza originaria di quei suoli e panorami. Oppure, la estraggono dal profondo del disagio sociale, per far captare da tutti, senza limiti, il suo messaggio universale di pace. Un principio ribadito da Presti durante una sua lectio magistralis, lo scorso giovedì a Palermo, nel rinato Ecomuseo del Mare-Memoria Viva. E da decenni veicolato da tante opere di artisti internazionali, da lui incaricati e accolti. Come le oggi 12 in tutto, del Parco di Fiumara d’Arte, alle falde dei Monti Nebrodi. Un unicum culturale, che magnetizza curiosi e studiosi d’arte contemporanea, in arrivo anche dall’Australia; e il cui sviluppo progettuale è costato a Presti, nato a Messina, ma figlio di un impresario edile nebroideo, 20 anni di cause giudiziarie per abusivismo edilizio. Un paradosso cubico, con la solita accusa: abusivismo edilizio per opere d’arte realizzate, e poi donate alla collettività, nella Sicilia iper-abusiva. Molte altre, le situazioni assurde. All’inizio degli anni Novanta il decreto Martelli stabilì che il confino dei mafiosi dovesse essere attuato fuori dalla loro provincia. Cosicché il capo clan palermitano Pietro Greco venne piazzato dentro l’Atelier sul Mare, l’albergo-museo di Castel di Tusa, ottava opera del Parco di Fiumara d’Arte a nascere in ordine di tempo, nel 1991. Qualche anno dopo, una bomba distrusse la vetrata d’ingresso. Una scheggia arrivò al secondo piano, dove era in corso il lavoro dello scultore Paolo Icaro, che la inglobò nella stanza che stava ristrutturando. Adesso, per Presti, il bicchiere è davvero colmo. L’annosa spada di Damocle dello smantellamento di opere splendide distribuite nel Parco, come la ‘Finestra sul Mare’, ideata da Tano Festa, il ‘Labirinto di Arianna’ di Italo Lanfredini, ‘La materia poteva non esserci’ di Pietro Consagra, è piombata proprio sulla testa del progetto più ‘in fieri’: la struttura alberghiera di 40 camere di cui 20 decorate da autori famosi, tra cui Mauro Staccioli, Mario Ceroli e Renato Curcio. Anche quest’anno, quel piccolo paradiso d’arte e ospitalità affacciato davanti ai coni delle Isole Eolie, resterà chiuso. In un silenzio offeso. Sono passati infatti 7 mesi da quando i Nas di Catania hanno multato l’Atelier sul Mare, imponendo al titolare di adeguare la struttura alle norme di sicurezza, con il conseguente carico di spese salate. Da allora neanche l’ombra di una mediazione istituzionale per trovare una soluzione idonea a riattivare questo albergo-museo ancora da completare. E che ha innescato nella zona uno sviluppo economico sano, basato su un turismo colto. Il mecenate non chiede certo l’approvazione di quello che la legge bolla come reato. Ma attenzione e rispetto: “un intervento, a questo punto da parte della politica regionale, per regolarizzare l’immobile. Se continuerò a non ricevere segnali, non lo donerò più all’amministrazione comunale di Tusa”. L’artista messinese continua comunque a sponsorizzare l’arte altrove in Sicilia. Nel quartiere di Librino, a Catania, dove 60 mila persone (di cui 10mila bambini) vivono dentro ogni livello di criminalità, Presti ha trasformato il segmento di un cavalcavia nel più grande bassorilievo in terracotta del mondo (500 metri di lunghezza per 8 di altezza), ornato da centinaia di formine d’autore: è la Porta della bellezza, un esperimento sociale apprezzato dalla popolazione locale. Questa settimana Presti lo farà declinare anche in versi: “porterò poeti di fama, da Davide Rondoni a Maria Attanasio e Gian Mario Villalta, nelle 8 scuole di Librino per diffondere tra i ragazzi un messaggio semplice e potente: coltivare il sogno”. E c’è un’ulteriore novità. Riguarda la cosiddetta ‘Stanza di Barca d’Oro’, l’installazione di Hidetoshi Nagasawa realizzata nel 1989 sottoterra in cemento armato a Castel di Lucio: l’opera più misteriosa di Fiumara d’Arte. “Nelle intenzioni dell’artista giapponese, scomparso nel 2018, doveva infatti essere un’opera concettuale ‘sigillata’ e inaccessibile per 100 anni. Presto però la aprirò al pubblico: spero già dal prossimo autunno”, annuncia Presti. L’arte più è eretica, meglio si diffonde.