Amat e il giallo dei 10mila pass
di ANGELO VITALE
Scandalo Ztl a Palermo: alla Lega il merito di aver sollevato la questione, l’Amat prova a spegnere le polemiche, il sindaco Roberto Lagalla non vuole rimanere con il cerino acceso in mano e punta a un riordino che assicuri all’azienda, innanzitutto, l’azzeramento di tutte le problematiche finora emerse.
Che non sono poche, e non sono nemmeno state chiarite in tutti i loro profili.
Una dozzina di giorni fa “quasi casualmente – ci racconta la capogruppo Lega in Comune Sabrina Figuccia – la scoperta della questione”. “Presiedevo la Commissione che si occupa delle società partecipate – spiega – e avevamo in audizione il presidente Amat Giuseppe Mistretta per conoscere le linee guida di un riordino ormai indispensabile per una partecipata che da tempo non ha un bilancio in attivo. Solo allora, l’emersione della vicenda della lista bianca costituita da oltre 10.300 veicoli autorizzati ad accedere nella Ztl senza pagare la tariffa”.
Ora, tutti intendono impegnarsi a spegnere le polemiche. Perché è emerso che i veicoli erano stati registrati attraverso l’utilizzo di credenziali consegnate a soggetti esterni all’Amat, enti e altre realtà che ne hanno in capo proprietà e disponibilità. E quindi si parla di “buona fede” (la stessa Figuccia usa questa espressione), ma lo scenario completo non è stato rivelato. E i dettagli da chiarire sembrano ancora tanti.
Il sindaco Lagalla non vuole più problemi e ha pensato di discuterne la cosa innanzitutto con i vertici locali di polizia, carabinieri, vigili del fuoco: a loro fanno capo i veicoli che poi sono i più titolati – come è evidente a tutti – ad essere stati autorizzati.
Ma qualcosa non deve essere andato per il verso giusto se il primo cittadino, pur disposto a continuare a concedere “carta bianca” a queste forze, intende concordare con loro un numero chiuso, un tetto di veicoli cui autonomamente polizia, carabinieri e vigili del fuoco possano concedere pass gratuito nella Ztl.
Il danno dei pass gratuiti, negli anni, sarebbe quantificabile in un milione di euro. Mistretta si limita a rilevare che “il mancato ricavo non possa essere quantificato prendendo a riferimento il valore dell’abbonamento annuo per la Ztl, ma in base al numero degli accessi effettuati”. Precisazione che finora non serve a conoscere il danno preciso: significa che, in tutto questo tempo da quando Amat ha “scoperto” la lista bianca di 10.300 veicoli autorizzati, non sia stato calcolato di quanti accessi hanno fruito e a quanti euro questi corrispondano?
Oltre lo scandalo, peraltro, la gestione dell’Amat e il suo futuro sono temi di interesse. La Figuccia – fino a novembre assessora e poi dimissionaria per un minirimpasto, oggi al vertice provinciale della Lega – parla di “casse asfittiche” e della “necessità che Amat cammini sulle proprie gambe” sostenendo che “può e deve riorganizzarsi”. Tra le aree ove intervenire, il car sharing e il bike sharing in perdita, l’ipotesi di un polo tecnico di manutenzione multiservice per altri enti. E la cancellazione di una sede “commerciale” che impegna 40 dipendenti: “Nell’epoca dell’online – dice Figuccia -, il servizio può essere ottimizzato, assegnando molti dei dipendenti ad altre necessità”.