Alla scoperta del patrimonio sommerso di Ustica
di ANGELO VITALE
“Attraverso metodologie avanzate e tecnologie innovative sarà possibile riportare alla luce reperti ancora sconosciuti che andranno ad arricchire il patrimonio culturale sommerso di Ustica e dell’intera Sicilia”: così l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato presenta il via di una campagna di ricerche subacquee a Ustica. “Un’altra tappa alla scoperta di testimonianze preziose della nostra storia più antica”. La campagna di ricerche subacquee interesserà l’isola di Ustica, al largo di Palermo, dal 15 marzo al 30 aprile di quest’anno. Un progetto che ha coinvolto competenze e conoscenze oltremanica, perché realizzato dalla Cranfield University del Regno Unito congiuntamente alla Soprintendenza del mare della Regione siciliana, in collaborazione con la Guardia costiera, il Comune e l’Area marina protetta dell’isola. L’obiettivo è quello di individuare nuove evidenze archeologiche e nuovi relitti, affinché possano essere programmati gli eventuali recuperi e qualunque intervento di tutela considerato necessario. L’iniziativa si svolgerà attraverso un’accurata indagine lungo tutto il perimetro dell’isola, a una profondità compresa tra i 50 e i 300 metri, interessando e coprendo un’estensione di circa 36 chilometri quadrati. In mare verranno utilizzati due robot sottomarini a guida autonoma, gli Auv dotati di side scan sonar, che permetteranno di mappare i fondali dell’isola e che, grazie all’utilizzo di onde acustiche, riporteranno in superficie dati utili alla creazione di mappe dettagliate dei fondali compresi nel perimetro di azione della ricerca. I target individuati verranno ulteriormente esaminati con un Remotely operated vehicle, un robot subacqueo comandato via cavo dalla superficie, un apparato innovativo che permetterà di effettuare riprese video e fotografie dei siti ritenuti più interessanti. All’opera, in questo prossimo mese e mezzo, un team composto da ricercatori provenienti da Stati Uniti, Danimarca, Scozia e Italia. In loro ausilio, considerata la conformazione dell’isola, nel tratto sotto costa e fino a 50 metri di profondità, interverrà pure un team di sommozzatori. Obiettivo di entrambi i gruppi di lavoro, prospezioni subacquee che individuino eventuali evidenze culturali presenti sul fondale.