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Cronaca

Aggressione omofoba a Palermo: in arresto i colpevoli

di Redazione -





Punto di svolta nelle indagini riguardanti l’aggressione omofoba, avvenuta lo scorso gennaio, nei confronti di un gruppo di sei giovani maggiorenni.
Per questo motivo, la polizia ha eseguito due ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip nei confronti di quattro persone – tre agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico e uno con obbligo di dimora e di firma – e dal Gip, presso il Tribunale per i minorenni nei confronti di altri tre indagati per cui è stato disposto il collocamento in comunità. Gli investigatori li ritengono responsabili di un’aggressione di natura omofoba ai danni di sei maggiorenni, nonché di una rapina ai danni di un esercizio commerciale.
I provvedimenti nascono da una indagine avviata lo scorso 20 gennaio, quando lungo le strade di Palermo, un gruppo di giovani venne aggredito e insultato con frasi omofobe e le stesse vittime vennero prese a calci e pugni, molti indirizzati al volto. Mezz’ora dopo la mezzanotte sei giovani escono da un locale in via Mariano Stabile. Si incamminano verso via Ruggiero Settimo. All’incrocio fra le due strade si fermano a chiacchierare. Ed è qui che sarebbero stati aggrediti dagli indagati.
Non solo, nei confrotni delle vittime arrivarono anche le minacce di non chiamare la polizia, altrimenti “vi spariamo in bocca”, avrebbero detto i componenti del branco.
Le vittime riportarono lesioni giudicate guaribili in quattro giorni.
“Prima ci hanno offeso. Urlavano ‘froci, finocchi’. Poi hanno iniziato a picchiare”, raccontò uno dei ragazzi aggrediti, ancora sotto choc.
Dopo le violenze e le minacce, la stessa sera, dopo avere abbandonato il luogo dell’aggressione omofoba, il gruppo si sarebbe reso anche responsabile di una rapina ai danni di un negozio situato in via Roma.
Gli indagati, dopo avere asportato alcuni beni dagli scaffali, minacciarono il gestore paventando la possibilità di detenere un’arma.
Volevano comprare una bottiglia di amaro. Il titolare chiese di mostrare i documenti di identità per controllare la loro età. “Pagati 15 euro altrimenti ti sparo in bocca”, fu la prima risposta. La seconda sarebbe stata ancora più minacciosa: “Ridammi i 20 euro, non ti pago, se non mi dai i 20 euro ti sparo”, dissero prima di fuggire via senza pagare.
Le indagini, coordinate dalla Procura presso il Tribunale e presso il Tribunale per i minorenni, sono state avviate nell’immediatezza, attraverso l’ausilio delle immagini estrapolate dai sistemi di video sorveglianza, siti nei luoghi dell’aggressione, hanno consentito agli investigatori di identificare i componenti del gruppo, costituito da maggiorenni e minorenni di nazionalità italiana, nonché di acquisire concreti elementi di colpevolezza a loro carico.
Il giudice per le indagini preliminari Ermelinda Marfia parla di “rabbioso assalto” e “spregio per le regole della convivenza civile”.