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Ospedali siciliani, problemi nel messinese non solo a Patti: a Sant’Agata si teme la chiusura

di Gabriele Bonafede -





Sanità metaforicamente “senza cuore” a Sant’Agata di Militello, perché privata del reparto di Cardiologia preposto ai servizi per la diagnosi e la cura delle malattie cardiologiche e cardiovascolari.

Dopo la recente vicenda dell’ospedale di Patti a proposito di un paziente che si è visto bloccare una frattura con scatole di cartone, il presidente della Regione Siciliana annuncia l’istituzione di una Commissione tecnica di valutazione “per conoscere il reale stato di efficienza e di operatività delle aree di emergenza e urgenza di ciascun presidio ospedaliero delle Aziende e degli enti del Servizio sanitario regionale.”  (Fonte : qui)

Ma a 45 km da Patti si vive un altro dramma legato alla gestione degli ospedali siciliani. Al Presidio Ospedaliero di Sant’Agata di Militello è infatti in corso uno stato di agitazione e proteste da diversi mesi. Diversi operatori locali, cittadini e associazioni sono in assemblea permanente ed hanno già lanciato varie forme di protesta. Tra le più recenti il sit-in del 20 luglio ha avuto una certa risonanza mediatica a livello locale e anche regionale (qui un servizio del TGR Sicilia)

La popolazione di Sant’Agata teme infatti la chiusura del presidio ospedaliero che serve diverse decine di migliaia di residenti nella zona occidentale del Messinese. Nei mesi scorsi è stata costituita, una “Assemblea Permanente” formata da liberi cittadini e Associazioni, non appartenenti a formazioni politiche, allo scopo di far sentire una forte voce di denuncia e protesta e rivendicare atti concreti verso un territorio letteralmente dimenticato.

Nel comunicato di protesta del Sit-in firmato dall’ Assemblea Permanente per l’Ospedale e la Salute nei Nebrodi si legge: “Salviamo l’ospedale di Sant’Agata di Militello e si riapra il reparto di cardiologia. Difendiamo la sanità pubblica. Negli ultimi 20 anni sono scomparsi, nel disinteresse della politica, numerosi reparti e servizi dell’Ospedale di Sant’Agata di Militello (Punto Nascita, Ostetricia e Ginecologia, Ortopedia, Gastroenterologia con endoscopia, Otorinolaringoiatria e Chirurgia è stata ridotta ai minimi termini), che erano fiori all’occhiello della sanità non solo provinciale, ma regionale.”

“Da ultimo – continua il comunicato – una decisione inaspettata e non annunciata: la chiusura, dichiarata “provvisoria”, per ristrutturazione dei locali, del reparto di Cardiologia, che si sostanzia nei fatti in una condotta interruttiva delle prestazioni del servizio pubblico essenziale nel suo complesso, decisa nonostante la presenza di locali idonei a permetterne la prosecuzione.”

Si teme una chiusura definitiva dell’ospedale di Sant’Agata di Militello. Così continua il comunicato: “parrebbe quindi l’inizio di un film già visto, l’annuncio di una prossima chiusura definitiva, l’ennesimo smantellamento, che rende il nostro un Territorio metaforicamente “senza cuore”, perché privato di un servizio importante per la diagnosi e la cura delle malattie cardiologiche e cardiovascolari. Per questo occorre mettere coraggio, partecipazione, coesione sociale ed un “cuore”, per contrastare l’azione di forte ridimensionamento dell’ospedale di Sant’Agata, a salvaguardia della sanità pubblica”.