Ballarò si ferma per salutare Giuseppe. Il parroco: “Le istituzioni devono fare di più”
Il quartiere di Ballarò ieri fermo per lutto, per dare l’ultimo saluto a Giuseppe La Barbera, uno dei cinque operai morti nella tragedia di Casteldaccia. La chiesa del Carmine era stracolma. Pianti, disperazione, lacrime e rabbia. Tanti amici e parenti con le magliette e la foto di Giuseppe stampata. Per tutta la settimana il quartiere è stato in silenzio in segno rispetto per i La Barbera, che in zona gestiscono una rivendita di bombole. In migliaia hanno atteso il feretro al quale è stato dedicato un lungo applauso. Il parroco nella sua omelia ha attaccato la politica e dice: “Bisogna anticipare i pericoli che portano alla morte sul luogo del lavoro. Qui, Ballaró, è un quartiere di vita. Si comprano prodotti per vivere, frutta, carne, cibo. Ma c’è anche la morte: molti giovani vengono per il crack. E che dire del mercato coperto, proprio qui accanto, dove in molti mercatari erano pronti ad entrare. Ecco, il quartiere ha sempre luci ed ombre. Bisogna cambiare, e mi rivolgo alle istituzioni”. A fine messa sono stati esplosi anche fuochi d’artificio. Funerali anche ad Alcamo per Roberto Raneri. I cinque son morti quasi contemporaneamente, asfissiati in pochi secondi, uno dopo l’altro, nella vasca di liquami dov’erano scesi per disincagliare la sonda dell’auto spurgo. Per adesso iscritto nel registro degli indagati c’è soltanto il partinicese 67enne Nicolò Di Salvo, titolare della Quadrifoglio Group, l’azienda per la quale lavoravano quattro delle cinque vittime e che aveva ricevuto in subappalto la manutenzione della rete fognaria dall’ex municipalizzata Amap: le ipotesi di reato contestate sono quelle di omicidio colposo, con l’aggravante di essere stato commesso con violazione delle norme antinfortunistiche, e di lesioni personali colpose gravissime, con la stessa aggravante. “Quella di Casteldaccia è l’ennesima tragedia che andava certamente evitata e che oggi, come tutte le altre, ci lascia attoniti e sgomenti” ha detto la presidente del comitato regionale Inps Sicilia, Valeria Tranchina. “Pensiamo ai cinque operai morti, ai due superstiti ed alle loro famiglie e mentre vogliamo far sentire loro tutta la nostra vicinanza, chiediamo, con forza, che si giunga ad una urgente stagione di misure volte a garantire che tutto questo non succeda mai più”.