PRIMA PAGINA-Turismo e fondi senza bando, la rivolta degli “esclusi”
di ANGELO VITALE- Turismo e fondi senza bando, la rivolta degli “esclusi”
È la rivolta degli “esclusi”. Dopo lo scandalo SeeSicily, il buco di 10 milioni di euro non “riconosciuti” dall’Europa cui la Regione Siciliana governata dal presidente Renato Schifani dovrà mettere una pezza badando pure al probabile corollario di altre risorse per 10 milioni pure queste a rischio di tagli da parte dell’Ue, un’altra pesante tegola cade sulla giunta di Palazzo d’Orléans. E per la seconda volta in pochi giorni, da tutti indicata come la responsabile, finisce nella bufera l’assessora meloniana al Turismo Elvira Amata. La quale, come era prevedibile, non ci sta e si sfila dalle accuse circostanziate sottoscritte da 103 associazioni che hanno diffuso i contenuti di un esposto e chiedono un’audizione urgente nella Commissione Cultura dell’Assemblea della Regione Siciliana.
Motivo del contendere, l’assegnazione di 7,5 milioni di euro a 63 beneficiari – 16 sono associazioni di diritto privato, la parte rimanente Comuni – senza bandi né gare, senza trasparenza. Contributi di piccolo, medio e grande taglio assegnati a sagre e carnevali, gare delle più diverse discipline sportive, manifestazioni culturali e turistiche, note e meno note. Tutte contrassegnate da criteri che evidenziano “gravi disuguaglianze e disparità di trattamento nei sostegni finanziari”.
La denuncia, anche perché ampia e generalizzata, fa rumore e al momento non si sa quali sviluppi potrà avere. Se, quindi, sarà ricondotta nell’interlocuzione istituzionale che i denuncianti pure ricercano, o potrà avere diversi esiti. In ogni caso, pure se l’attuale responsabile politica delle policy regionali sull’argomento prova ad imbrigliare la vicenda nelle pastoie del “normale “funzionamento degli atti regionali”, la storia evidenzia in Sicilia ciò che, a tutte le latitudini geografiche dello Stivale e sotto la governance delle più diverse parti politiche, accade: contributi a pioggia, per importi “minimi” o in tranche più robuste, ma sempre condizionate dall’appeal che l’evento destinatario del beneficio ha sul politico di turno, spesso quello locale che ha sempre un riferimento poi nel parlamento regionale ove l’assessorato di turno fa da semaforo a flussi ed elenchi dei destinatari.
L’assessora Amata, come detto, rammenta a tutti che sui contributi erogati (in gran parte da 97mila euro l’uno, fino a importi superiori fino a 240mila euro) il suo assessorato non ha avuto discrezionalità e che questi finanziamenti dipendono dalla cascata di emendamenti avanzati dai componenti dell’Ars che li hanno presentati alle variazioni di bilancio e alla Finanziaria. Un do ut des usuale, non dichiarato, tra governo regionale e i numerosi deputati eletti nell’Ars.
Gli “esclusi” non ci stanno. Stigmatizzano questo metodo, ritenendolo più volte censurato dalla Corte costituzionale, perché “in violazione dei “più elementari principi di uguaglianza”. La Amata ribatte affermando che queste norme hanno avuto pure l’ok di Palazzo Chigi. E allora gli “esclusi” rispondono che ricorreranno fino alll’esecutivo nazionale richiamando la “violazione dell’articolo 3 della Costituzione sul principio di uguaglianza”, auspicando che il governo censuri il sopravanzamento delle competenze da parte della Regione. Nel contempo, annunciano che impugneranno tutti i provvedimenti attuativi dell’assessorato guidato da Elvira Amata di fronte al Tar.
Un’altra pesante rogna per il governatore Schifani, chiamato a dare una rapida soluzione a questa vicenda. La quale evidenzia – i 103 “esclusi” hanno certosinamente accertato ciò che è assai emblematico di un filo diretto tra destinatari dei contributi con chi ne può tirare le fila in Regione – che “la gran parte di essi non risponde ai criteri di storicità che sono d’obbligo per essere ammessi al sistema di finanziamento. E non sono reperibili notizie su loro pregresse attività né sulle manifestazioni” sostenute. Spesso, organizzate formalmente da soggetti diversi ma poi in capo “a una stessa casa di produzione o distribuzione ricorrente in più cartelloni”.