Altavilla in lutto l’ultimo saluto e le chat shock
di ELEONORA CIAFFOLONI
Dopo il massacro, il dolore: ad Altavilla Milicia sono giorni di lutto, di fronte alle morti di Antonella Salamone (56 anni) e dei suoi figli Emanuel (5 anni) e Kevin (16 anni), uccisi da Giovanni Barreca e dalla coppia di coniugi formata da Massimo Carandente e Sabrina Fina – i “Fratelli di Dio”, tutti in preda a un delirio mistico finito in un rito esorcistico e in omicidi. Con loro è stata fermata anche la primogenita Barreca di 17 anni, che ha partecipato attivamente, convinta che “nella sua abitazione vi erano da anni presenze demoniache”.
Ieri la comunità di Altavilla Milicia si è stretta in lutto attorno alle vittime. La camera ardente è stata allestita nel plesso comunale Zucchetto di Altavilla dove i concittadini hanno potuto rendere un ultimo saluto alle piccole vittime della strage. Ci sono il papà e la mamma di Antonella, madre e moglie, ci sono i palloncini, ci sono i fiori, ci sono le foto delle vittime. E ci sono i vivi, con i volti che trattengono le lacrime e che raccontano la tragedia.
Lo fa anche il sindaco Pino Virga che a nome di tutti esprime lo sgomento: “La comunità è in ginocchio davvero, le ferite resteranno non potremmo dimenticare questo orrore, dobbiamo guardare avanti e tornare a vivere. Il Comune ovviamente in lutto è vicino alla famiglia dal punto di vista emotivo e dal punto di vista materiale. Nelle prossime settimane quando saranno restituite le spoglie di Antonella Salamone organizzeremo un altro momento di condivisione”. Lo stesso sindaco ha poi proclamato dal Comune palermitano il lutto cittadino in occasione della tumulazione.
Nei momenti di preghiera, arrivano anche le parole dell’arcivescovo Don Corrado: “Dobbiamo diffidare da quelli che dicono di essere guaritori o santoni, diffidiamo tutti. Ma è anche il segno di una fragilità mentale e la conseguenza forse di un’impostazione che noi occidentali ci siamo dati. Abbiamo rinunciato al vero volto di Dio e altri rischiano di prendere il sopravvento. Oggi dopo tutto questo abbiamo ancora bisogno di Dio”. Poi, un messaggio in una nota ufficiale: “Chiedo che in questi giorni nella nostra Arcidiocesi, specialmente durante l’Eucaristia, si preghi per le vittime della strage di Altavilla Milicia; per il pentimento e la conversione a Dio dei responsabili di questa assurda atrocità che ancora una volta ci ha posto dinnanzi a vite in macerie, ai cumuli del disagio sociale e delle fragilità umane, terreno fertile per i nuovi seduttori del fanatismo religioso che profanano il Volto e il Nome Santo di Dio, lento all’ira e grande nell’amore. Si elevino preghiere anche per la comunità di Altavilla Milicia fortemente provata e attonita dinnanzi a tanta violenza consumatasi in una casa e in una famiglia della Città”.
E mentre la comunità saluta per l’ultima volta le vittime, continua la ricostruzione di quanto accaduto nella villetta.
A emergere, in queste ore dalle indagini, – oltre ai risultati dell’autopsia sui corpi di tutti e tre, che hanno confermato le torture prima della morte – sono le chat e gli ultimi messaggi inviati dal sedicenne Kevin Barreca. Nell’ordinanza di custodia cautelare è stato inserito un messaggio Whatsapp di Kevin, inviato a un compagno di classe: “Te la faccio in breve, nella mia famiglia ultimamente sono successe cose strane e c’entra il mondo spirituale. Ora sono venuti due fratelli di Dio e stanno liberando mia madre e mio fratello che hanno dei demoni molto maligni addosso”.
Il compagno di scuola che ha ricevuto il messaggio lo ha raccontato ai carabinieri dopo la strage: “Questa situazione Kevin l’aveva raccontata anche ad altri tre compagni di scuola, me l’hanno detto loro. Sapevano che sua madre e suo fratello erano posseduti. Lui e la sorella non erano più venuti a scuola dal 5 febbraio”. Messaggi che raccontano i precedenti alla tragedia e la situazione che la famiglia stava vivendo ormai da settimane, direttamente da Kevin. Sempre sull’adolescente, sarebbero emersi nuovi dettagli: dall’ordinanza di custodia cautelare, dopo i risultati autoptici sarebbe emerso come il ragazzo avrebbe cercato di difendersi e sarebbe riuscito a mordere Sabrina Fina e a colpire con un calcio Massimo Carandente. Una presa di coscienza di quanto stava accadendo e di quel dolore, fisico e psichico, che lo ha portato alla morte.