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Pestato a morte fuori dalla discoteca: ora Palermo ha paura

Rabbia, incredulità, preoccupazione. Sentimenti che si avvertono attorno ad una tragedia difficile da capire.

di Salvatore Cannata -





Autopsia sul corpo di Francesco Bacchi, 20enne morto essere pestato a morte in una discoteca di Balestrate, in provincia di Palermo. Saranno gli esiti a stabilire le cause che hanno fatto perdere la vita al ragazzo. Bacchi è rimasto vittima suo malgrado, di una rissa in cui erano coinvolti diversi coetanei, tra cui un 20enne che avrebbe anche confessato di averlo colpito, davanti al pubblico ministero e ai carabinieri. “Ma non volevo ucciderlo“, ha detto. Secondo la prima ricostruzione, la lite letale è stata all’esterno della discoteca, a poche centinaia di metri dove sono state trovate diverse tracce di sangue. Da stabilire le motivazioni che hanno scatenato calci e pugni culminati con la morte di Bacchi, per il quale nulla si è potuto fare una volta giunto all’ospedale di Partinico. Nell’elenco degli indagati ci sono anche altri ragazzi. Il 20enne in stato di fermo, già ieri sera era stato trasferito al carcere Pagliarelli di Palermo, con l’accusa di omicidio preterintenzionale e dopo essere stati interrogato per molte ore prima del provvedimento di fermo, emesso dal Procuratore capo Maurizio de Lucia e dal pm di turno Alessandro Macaluso. I pugni e i calci sferrati nel corso della rissa, secondo le indagini dei carabinieri, sarebbero stati letali. Sin da subito, si è capito che a causare la morte di Bacchi, era stata una sola persona anche se in tanti sono stati sentiti in caserma dai militari, aiutati nell’individuazione dalle immagini degli impianti di video sorveglianza. I residenti della zona avevano presentato giorni fa un esposto alle forze dell’ordine denunciando caos, schiamazzi, il frequente assembramento di giovani a ridosso del locale ma anche l’uso di alcol e droghe e venditori abusivi di alcolici.

Secondo il prefetto di Palermo, Massimo Mariani, “siamo in presenza di azioni di violenza stupida e aberrante che sono il segnale di un forte disagio presente in altre grandi citta’“.

Francesco, 20 anni ed una vita tutta da vivere, innamorato delle cose, ragazzo per bene ed educato, morto per porre fine ad uno scontro sfociato in brutale aggressione; le sue ferite, lo strazio del suo dolore, sono la sconfitta peggiore per la nostra società; il marchio di una deriva a cui bisogna porre fine“. Parole pronunciate dal sindaco di Partinico, Pietro Rao: “Ai genitori di Francesco, a chi lo ha amato e continuerà a farlo, a chi ha condiviso la vita con la sua giovane esistenza, va il mio pensiero e le mie lacrime. Scusaci, Francesco”. Rao ha anche detto di “una società malata, incattivita, dove la ‘legge dei farabutti’ continua a mietere vittime. Occorrono più controlli. Non sarà la militarizzazione ad estinguere questo odioso fenomeno ma misure che probabilmente non andranno incontro alle esigenze dei gestori dei locali ma che possono contribuire ad evitare il peggio, ad esempio i test su alcol e droga all’ingresso delle discoteche, a porre un limite sulle consumazioni di alcol una volta dentro i locali”. “Francesco era un angelo…“, ha detto Vincenzo Corso, cugino di Francesco Bacchi. E ha scritto su Facebook: “Per sempre nel mio cuore, cuginetto mio“. “Il problema non sono i locali ma di queste bestie che escono di casa drogate e vanno a consumare i figli di madre“.

E ancora: “Tutta colpa di tik tok e queste serie tv come ‘Gomorra’. I giovani non stanno più nella realtà“. “Ci vorrebbe un lockdown 3.0“. Sono soltanto alcuni dei commenti social alla notizia della morte di Francesco Bacchi. “Quindi ogni sabato sera davanti a una discoteca ci sarà un morto? – si chiede Alessandra – Si esce per fare i mafiosetti e non più per divertirsi?“. Per Pietro, il problema “è l’alcol, che sentire grandi ‘ste mezze cartucce e uccidono”. “Alcuni escono per rovinare altre famiglie e non per divertirsi“. “Basta con questa mattanza”. “Il fine settimana è diventato un incubo per noi genitori; ogni weekend è un bollettino di guerra, non si può continuare così“, altri commenti sui social. Infine i gestori del Medusa hanno smentito che la rissa sia partita da dentro il locale, aggiungendo di avere prestato soccorso immediatamente e di essere sconvolti. “Era stata una serata tranquilla. Non ci aspettavamo nulla di simile e siamo fortemente colpiti. La questura ci chiede 10 addetti tra uomini della sicurezza e dell’antincendio e sabato ce ne erano 21”.

A dicembre scorso, davanti ad una discoteca di via Calvi nel capoluogo, l’uccisione di Lino Celesia, ex calciatore, per una vicenda ancora intricata e per mano di un 17enne in carcere per quell’omicidio. Nelle feste poi, la decisione del gestore di un locale sempre del Palermitano, di cancellare un evento con un noto dee jay internazionale per le troppe risse scoppiate nella zona durante le serate