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Sconto sui tagli ma la scuola siciliana è sempre più povera

di Redazione -





La scuola siciliana dimensionata perde 18 istituti scolastici. Ieri, l’atto finale di un percorso di ‘tagli’ all’offerta formativa, determinato a livello nazional e a cascata, su tutte le regioni, compresa la Sicilia. Polemizza la FLC CGIL che scrive di “un rimorso di coscienza che fa partorire alla montagna un topolino”, parlando del provvedimento contenuto nel decreto Milleproroghe, con il quale il governo consente alle Regioni di derogare fino al 2,5% rispetto al numero delle scuole da tagliare, rivedendo entro stasera, anche i piani eventualmente già approvati. Nei fatti, la Sicilia ha già provveduto a varare la sua geografia scolastica e il sindacato spara a zero contro il tavolo regionale di due giorni fa tra assessorato all’Istruzione, Ufficio Scolastico Regionale e organizzazioni sindacali che ha tradotto la prebenda governativa contenuta nel Milleproroghe, in 18 autonomie salvate ma solo per l’anno scolastico 2024/2025: 15 istituti superiori e 3 istituti comprensivi. In totale, dunque, in Sicilia i tagli di autonomia annunciati per l’anno venturo, saranno così 75 e non più 93 ma già per l’anno scolastico 2025/2026 ne sono stati messi in cantiere ben 23. La provincia di Palermo perderà 17 autonomie; Trapani 8, Ragusa 6, Caltanissetta 5, Agrigento 7, Catania 14, Enna 3, Siracusa 8 e Messina 7. È proprio la CGIL a spiegare come lo sconto nel taglio valga solo per il 2024/2025, “e senza che su queste scuole – scrive la FLC CGIL – si possano verificare trasferimenti o assunzioni di dirigenti o di direttori dei servizi, perché verranno date a reggenza con possibilità di esonero o semiesonero per il docente vicario”. Il calo demografico incide e non poco ma certamente sono anche altre le cause che, forse, affondano le radici anche nel passato e in alcune ‘difese’ che oggi si scontano. Lo sconto nei tagli attuali, appare un “provvedimento temporaneo, frutto probabilmente dei problemi che si stanno determinando nelle regioni per l’attuazione pratica della norma ma anche inutile nella sostanza”, scrive la CGIL. Ed è chiaro il riferimento al fatto che, nel triennio, sono confermati tutti i tagli delle autonomie già decisi di questa ‘operazione risparmio’ che per molte voci, non solo sindacali, si fa sulla pelle della scuola italiana. Mentre all’orizzonte si profila l’altro spettro, quello dell’autonomia differenziata che rischia davvero di disarticolare la scuola più di quanto già non lo sia adesso.