Ponte sullo Stretto, i numeri della grande opera che divide l’Italia
Fa discutere e continuerà a farlo, perché il Ponte sullo Stretto di Messina non è solo un’infrastruttura: è un simbolo, una scelta di rotta per la politica economica del Mezzogiorno e, di riflesso, dell’intero Paese. Attorno a quest’opera, che ancora attende il definitivo via libera della Corte dei conti, si intrecciano analisi, stime, scenari di lungo periodo. Non soltanto calcoli finanziari, ma anche riflessioni sul futuro demografico ed economico di un’area cruciale ma fragile.
I tempi e i costi del Ponte sullo Stretto
Il Piano economico finanziario (Pef), presentato dal concessionario, si muove su un arco temporale di 38 anni (2025-2062):
- 2025-2032: fase di progettazione e costruzione (con una coda di spesa nel 2033);
- 2033-2062: vent’anni di gestione, con ammortamento dell’investimento entro la scadenza della concessione.
Il progetto si sostiene sulla previsione di traffico, da cui derivano i ricavi da pedaggio. Secondo i calcoli della società Tplan Consulting, dal 2033 si registrerebbe una crescita annua media dell’1% per passeggeri e merci, con un aumento cumulato oltre il 30% fino al 2062.
La questione demografica
Il Dipe (Dipartimento per la programmazione economica della Presidenza del Consiglio) ha però sollevato un punto dirimente: le stime non considerano a fondo il calo demografico che colpirà il Sud. Secondo le proiezioni Istat, entro il 2070 la popolazione del Mezzogiorno scenderà del 32%.
Tplan ha risposto sottolineando che la mobilità non dipende solo da popolazione e Pil locale, ma anche da fattori sistemici: nuove connessioni, competitività dei trasporti, trasformazioni nei flussi logistici.
I ricavi da pedaggio
Le entrate previste sono ingenti:
- 162,8 milioni di euro nel 2033, primo anno di esercizio;
- 336,4 milioni di euro nel 2062, con 300,4 milioni da pedaggi stradali e il resto da canoni ferroviari e contributi di continuità territoriale oggi destinati a Rfi.
Tariffe previste per il Ponte sullo Stretto
Il Pef indica prezzi calmierati rispetto agli attuali traghetti:
- 1,79 euro per i motocicli;
- 3,93 euro per le auto (a/r in giornata);
- 4,49 euro per le auto (a/r entro tre giorni);
- 7,14 euro per le auto (a/r entro 90 giorni);
- 7,2 euro per gli autobus del Tpl;
- 33,4 euro per gli autobus a lunga percorrenza;
- 45,7 euro per i furgoni;
- 102,4 euro per gli autocarri.
Un bivio per il futuro
Il Ponte si presenta come un’opera capace di ridurre tempi e costi di attraversamento, rivoluzionando la mobilità e i collegamenti tra Sicilia e Calabria. Ma resta il paradosso: mentre si investono miliardi per connettere meglio il Sud, lo stesso territorio rischia di svuotarsi demograficamente.
Il Ponte sarà dunque un moltiplicatore di sviluppo o una cattedrale sul mare? La risposta dipenderà non solo dai cantieri, ma dalle politiche di accompagnamento: investimenti su lavoro, istruzione, logistica e portualità. Senza un progetto integrato, l’opera rischia di restare un viadotto sospeso tra promesse e disillusioni.