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Agricoltura

Cambiamenti climatici in viticoltura, i vigneti del futuro: il progetto Veisca di Cantine Settesoli

di Antonio Schembri -





Tecniche innovative per fronteggiare i cambiamenti climatici in viticoltura e aumentare la sostenibilità e l’efficienza del processo produttivo, dal vigneto alla cantina, verso un obiettivo preciso: quello della qualità dei vini. Più specificamente: migliorare la loro capacità di comunicare nel bicchiere il legame con i loro terroir di provenienza. 

È lo scopo del progetto Veisca, acronimo di ‘viticoltura e enologia innovative e sostenibili per la valorizzazione dei suoli calcarei’, partito alla fine del 2020 dalla collaborazione di Cantine Settesoli con i dipartimenti di Scienze Agrarie dell’Università di Palermo e di Milano, il Crea, braccio tecnico- scientifico del ministero dell’Agricoltura e la Sachim, azienda con base in Puglia specializzata in attrezzature per il controllo climatico e biologico delle coltivazioni. 

Dopo 36 mesi di studio in campo, con 8 produttori viticoli coinvolti insieme con un’altra decina di partner, la cordata capeggiata dalla cooperativa vitivinicola di Menfi, nell’Agrigentino, la più grande d’Europa, ha ufficializzato nella cornice della Mandrarossa Winery, i risultati di questo progetto finalizzato a disegnare strategicamente i vigneti del futuro. Quelli cioè destinati a reggere di una viticoltura sempre più condizionata dal cambiamento climatico, sfruttando la composizione sedimentaria di origine marina dei terreni tipica della Sicilia occidentale. I suoli calcarei infatti influenzano il metabolismo della vigna e il suo conseguente comportamento vegeto-produttivo, il microclima in cui i vitigni crescono, nonché lo stato idrico e le caratteristiche organolettiche delle uve. Gli studi del progetto Veisca ne hanno altresì analizzato i limiti biofisici, tra casualità di eventi piovosi, ondate di calore, previsioni sempre meno attendibili e una sempre più aggressiva irradiazione di calore solare che si ripercuote sulle piante. 

Necessario, dunque, attuare scelte tattiche a servizio della viticoltura. E farlo con una tempistica determinata, per arrivare, dall’osservazione del suolo, a vantaggi economici nel medio e nel lungo periodo. I ricercatori e i produttori coinvolti hanno evidenziato le differenze ottenute attraverso la vinificazione delle uve lavorate nei differenti terroir (calcareo marnoso e calcareniti giallastre), con un focus dedicato all’adozione di particolari pratiche, quali l’applicazione di reti ombreggianti per salvaguardare l’acidità delle uve, l’inerbimento temporaneo con l’utilizzo di veccia e orzo e la maturazione sur lies, con effetti immediati sulla produzione.

Risultato concreto del progetto, la selezione di 4 varietà di vitigni: due autoctoni, Grillo e Nero d’Avola, gli altri internazionali, Chardonnay e Syrah. Su questi, grazie alle linee guida del progetto, è stata ottenuta una maggiore qualità in termini di resistenza, preservando la simbiosi tra la pianta e il suo suolo. “Il nostro è sempre stato un territorio ricco di potenzialità – sottolinea Giuseppe Bursi, Presidente delle Cantine Settesoli –. Veisca rappresenta la prosecuzione di un lavoro fatto di dedizione e rispetto, già cominciato su areali oggetto di innovazione. Qui abbiamo studiato l’interazione migliore tra terroir e vitigno nel segno di un potenziamento delle tecniche colturali, capaci di far fronte a problemi come siccità e stress idrico. Si tratta di fattori sempre più difficili da prevedere, che danneggiano il suolo riducendone la qualità e aumentando la proliferazione di malattie e parassiti, come la peronospora. Per questo è nostro dovere trovare una chiave di lettura per rispondere al meglio a questo momento storico”. 

In relazione ai cambiamenti climatici in viticoltura, il futuro dei vigneti dipende sempre meno dalla protezione dalla grandine e sempre di più dal loro ombreggiamento, visto che a causa del caldo spesso eccessivo dell’estate le uve tendono a maturare molto prima. I risultati raccolti con il progetto dalla sperimentazione delle reti adagiate su alcuni filari, assicurano alla Settesoli, sono molto promettenti già in un’ottica di medio periodo. 

silos vino Cantine Settesoli

Il progetto VEISCA è stato attivato nell’ambito del PSR Sicilia 2014/2022 (sottomisura 16.1). E, di fatto “abbraccia l’agricoltura e la viticoltura a tutto tondo, fornendoci un bagaglio di conoscenze da trasferire e applicare su larga scala per ottenere un miglioramento concreto su una filiera fortemente strategica e in balia di sfide significative, come quelle poste dalle mutazioni del clima”, sottolinea Vincenzo Pernice, dirigente dell’area programmazione all’assessorato regionale  Agricoltura -. Occorre promuovere un approccio interattivo all’innovazione, un’educazione alla scelta di tecniche colturali adattabili a condizioni in continua evoluzione. Da qui, a desso, parte una nuova programmazione, con una dotazione finanziaria a sostegno di progetti di ricerca in continuità con quelli della precedente”.

Grazie ai tre anni di studi del progetto Veisca, sperimentazione e resilienza in relazione ai cambiamenti climatici in viticoltura costituiscono un valore aggiunto per le odierne frontiere del vino. In molti definiscono tema, metodologia e risultati del progetto già una probabile nuova primavera della viticoltura siciliana. 

Madrarossa vini