Palermo, controlli allo Zen dopo l’omicidio di Taormina: cinque arresti tra droga, armi e violenze contro i carabinieri
Il quartiere Zen torna sotto la lente delle forze dell’ordine. Dopo l’omicidio di Paolo Taormina, il giovane ucciso nel cuore della movida palermitana, i carabinieri della stazione San Filippo Neri, con il supporto del nucleo cinofili di Villagrazia, hanno condotto una vasta operazione di controllo che ha portato a cinque arresti.
Droga e armi in casa
In manette una coppia di coniugi, di 69 e 67 anni, accusati di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti e possesso illegale di arma da fuoco. Durante la perquisizione della loro abitazione, grazie ai cani antidroga e anti-esplosivo Ron e Vera, i militari hanno scoperto una borsa nascosta in camera da letto con quasi 80 grammi di cocaina, già suddivisa e pronta per la vendita.
All’interno di un mobile della cucina è stata poi rinvenuta una pistola a tamburo con matricola abrasa, completa di sei cartucce, e quasi mille euro in contanti, ritenuti provento dell’attività di spaccio.
La rivolta nel quartiere
L’operazione, tuttavia, non è stata priva di tensioni. Durante i controlli, oltre un centinaio di residenti si è riversato nei cortili del padiglione, tentando di ostacolare i militari con minacce, insulti e persino aggressioni fisiche.
Tre uomini – di 45, 34 e 33 anni – sono stati arrestati per resistenza, violenza, minaccia, lesioni e oltraggio a pubblico ufficiale, dopo essersi scagliati contro i carabinieri, provocando il ferimento di alcuni di loro.
Le decisioni del giudice
Il gip di Palermo ha convalidato tutti gli arresti: per i tre uomini accusati di violenza e resistenza sono stati disposti gli arresti domiciliari, mentre per la coppia di coniugi il giudice ha previsto i domiciliari con braccialetto elettronico per la donna e la libertà senza misura cautelare per il marito.
Un segnale di legalità
L’operazione rientra nel rafforzamento dei controlli nel quartiere Zen, dove negli ultimi giorni le forze dell’ordine hanno intensificato la presenza, anche come risposta simbolica e concreta all’ondata di violenza che ha scosso la città dopo il delitto di Paolo Taormina.
Un segnale che la legalità, anche nei quartieri più difficili, non arretra.