Schifani convoca i partiti a Palazzo d’Orleans: dopo il “giovedì nero” all’Ars
Dopo il terremoto politico consumatosi all’Assemblea Regionale Siciliana, con la bocciatura di ben 17 articoli su 54 della Finanziaria quater, la coalizione di centrodestra si prepara a un confronto che si annuncia teso. Il presidente della Regione Renato Schifani ha convocato per lunedì pomeriggio un vertice di maggioranza a Palazzo d’Orleans, nel tentativo di ricomporre le fratture esplose in Aula tra alleati divisi e franchi tiratori in libertà.
Un weekend per rimettere insieme i cocci
Il fine settimana servirà ai partiti per fare il punto, chiarire le proprie posizioni e arrivare al vertice con una linea politica definita. Nessuno esclude che dall’incontro possano scaturire conseguenze dirette sulla composizione della giunta o su equilibri interni ormai logorati. In Aula, ieri, si è consumata una tensione palpabile tra il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino, ma lo scontro va oltre le personalità: in discussione c’è la tenuta stessa della coalizione.
Galvagno: “Mai liti con Schifani, ma qualcuno soffia sul fuoco”
Con un messaggio affidato ai social, il presidente dell’Ars ha tentato di spegnere le voci di rottura con Schifani, ribadendo sentimenti di “rispetto e amicizia” nei confronti del governatore. “C’è chi prova a creare dissidi per tornaconto personale – ha scritto Galvagno – ma io continuo a gettare acqua sul fuoco”. Tuttavia, non ha risparmiato frecciate a Forza Italia, accusata di aver “lasciato soli” i deputati di Fratelli d’Italia in Aula e di aver alimentato “teatrini comici” con richieste di numero legale fuori luogo.
Cuffaro: “Una grettezza politica e sociale”
Durissimo, invece, il commento di Totò Cuffaro, oggi segretario della Dc. “Il fine non giustifica i mezzi – ha detto – e lo spettacolo offerto all’Ars è stato indecoroso”. L’ex presidente della Regione parla di “falsi amici e grettezza sociale prima che politica”, riferendosi alla bocciatura di norme simboliche come quelle sul South Working, sui laghetti collinari, sulla fiction dedicata a Biagio Conte e sulla legge per l’editoria.
“Serve recuperare lealtà e coscienza politica”, ha aggiunto, “evitando che la politica diventi un deserto di umanità”.
Fratelli d’Italia: “Capro espiatorio non lo saremo”
Il gruppo di Fratelli d’Italia, attraverso il capogruppo Giorgio Assenza, respinge ogni accusa: “Non siamo noi i franchi tiratori. Il fenomeno ha attraversato tutti i partiti di maggioranza, incluso quello del presidente Schifani”. Il partito di Giorgia Meloni, rimasto in Aula mentre altri abbandonavano i lavori, rivendica di aver “difeso fino all’ultimo” alcune norme chiave, tra cui la stabilizzazione dei lavoratori dei consorzi di bonifica e l’esenzione dei canoni irrigui.
Germanà (Lega): “Crisi di tenuta politica”
Da parte sua, Nino Germanà (Lega) ammette la gravità del momento: “Qui non è in discussione il voto segreto, ma la capacità dei partiti di guidare le proprie truppe. Quanto accaduto all’Ars è la pagina più brutta di questa legislatura”.
L’opposizione incalza
Le opposizioni cavalcano la crisi. Il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, parla di “governo allo sbando” e chiede le dimissioni di Schifani.
Per Nuccio Di Paola (M5s), “il voto segreto è stata una sonora sberla al cuffarismo e ai suoi eredi”.
Mentre Alfio Mannino, segretario della Cgil Sicilia, osserva con preoccupazione: “Una maggioranza unita solo quando coincidono interessi clientelari non può garantire stabilità né sviluppo alla Sicilia”.
La partita si gioca a Palazzo d’Orleans
Lunedì sarà il giorno della verità. Schifani, che ha finora evitato reazioni pubbliche, dovrà ristabilire la rotta del governo o prendere atto di una frattura che rischia di diventare insanabile.
La Finanziaria quater, passata a metà e svuotata dei suoi pilastri, resta il simbolo di una maggioranza fragile, divisa tra ambizioni personali e fedeltà intermittenti.
Il vertice a Palazzo d’Orleans dirà se il centrodestra è ancora una coalizione o soltanto un mosaico di interessi in rotta di collisione.