Leggi:

Attualità

Un’astensione per la civiltà: i penalisti in sciopero

di Attilio Scuderi -





di ATTILIO SCUDERI – Un’astensione per la civiltà: i penalisti in sciopero
Sono stati due giorni di silenzio e protesta da parte degli avvocati penalisti di Catania che si sono astenuti dalle udienze dal 7 al 9 febbraio soprattutto per protestare contro alcuni meccanismi introdotti dalla riforma Cartabia, ma anche sul tema delle sempre più frequenti intercettazioni e sull’assenza di provvedimenti da parte del Governo nazionale per ridurre il sovraffollamento nelle carceri.
Un fermo che è stato deciso dalla delibera dell’Unione delle Camere penali del 25 gennaio e che ha riguardato tutto il Paese. Sul tema dello sciopero dei penalisti abbiamo registrato il pensiero della Camera Penale di Catania “Serafino Famà ” un comunicato a firma del presidente Avvocato Francesco Antille condiviso dall’intero direttivo. Una astensione per la civiltà – ha titolato il comunicato della Camera Penale di Catania – e si è giunti a tale estrema deliberazione dopo molteplici tentativi di dialogo con l’Esecutivo e il Parlamento; e in particolare con il Ministro Guardasigilli.
“I penalisti – continua la nota – lamentano in particolare che, con gli ultimi provvedimenti riformatori, da un canto, si è mortificato il diritto inviolabile di difesa, sancito dall’art. 24 della Costituzione, e, dall’altro, si è affidato al sistema penale e alla carcerazione la soluzione di ogni situazione di conflitto sociale, individuando il carcere come unica strada percorribile.
Nonostante il drammatico fenomeno dei suicidi in carcere, il perdurante aumento del sovraffollamento ed il conseguente peggioramento delle condizioni di vita dei detenuti, sono venute del tutto a mancare, da parte del Governo.
L’imporre, ad esempio, una procura speciale successiva alla decisione – continua il comunicato della Camera Penale di Catania – significa mandare allo sbaraglio i più deboli, oltre che lo stesso articolo 24 della Costituzione.
Significa impedire o ostacolare l’accesso alla impugnazione in favore degli assenti; degli irreperibili; di chi si trova magari in condizione di salute precarie; di chi non è raggiungibile”.
Finale della nota della Camera Penale di Catania dedicata al processo telematico: “il rimaneggiato modello di processo telematico è divenuto una scommessa. Il difensore deve trascorrere ore o giorni in attesa di risposte cibernetiche. Nessuna norma della riforma Cartabia, in materia procedimentale, assesta o amplia le garanzie difensive. Sul punto il ministro Nordio aveva garantito la sua massima attenzione; risoltasi, come spesso già accaduto, in un nulla di fatto”.
Con questa manifestazione nazionale l’avvocatura ha voluto portare all’attenzione della cittadinanza la delicatezza delle tematiche per sollecitare il Governo nazionale e il Parlamento.
Battaglia importantissima per le garanzie individuali e per l’intera collettività.