Bivona capofila progetto telemedicina 11 Comuni, guardie mediche in rete con cardiologia di Sciacca
L’Azienda Sanitaria provinciale di Agrigento investe sulla telemedicina, con l’attivazione di un progetto innovativo che permette di collegare le guardie mediche dell’area interna delle Terre Sicane all’Unità di terapia intensiva cardiologica dell’Ospedale di Sciacca.
L’iniziativa è stata presentata questa mattina, presso l’aula consiliare di Bivona, Comune capofila dell’importante servizio sanitario che, sfruttando le nuove opportunità offerte tramite collegamento da remoto, sarà in grado di collegare i presìdi di continuità assistenziale delle zone periferiche con la Cardiologia del “Giovanni Paolo II di Sciacca e garantire, così, un’assistenza tempestiva.
Un progetto pilota che si propone di ridurre la marginalità sanitaria dei Comuni più interni della provincia ed offrire la possibilità ai cittadini del comprensorio che afferiscono alle guardie mediche del Distretto Sanitario di Bivona (Alessandria della Rocca, Cianciana, San Biagio Platani, Santo Stefano di Quisquina), di fruire di una diagnosi tempestiva in presenza di eventuali problemi cardiaci acuti, oltre alla possibilità di accedere con immediatezza alle cure più adeguate al caso.
“Partiamo da qui, dall’area dei Monti Sicani, per poi estenderlo a tutta la provincia di Agrigento – ha dichiarato il direttore generale ASP, Giuseppe Capodieci nel corso della presentazione del progetto. L’obiettivo è quello di superare le difficoltà logistiche e di collegamento del territorio montano, per sfruttare le nuove attrezzature che renderanno possibile un canale diretto nel trattamento di patologie nelle quali il tempo d’intervento risulta di fondamentale importanza per il successivo decorso medico. Attraverso questo progetto, che si traduce in un fondamentale incremento della qualità dell’assistenza erogata, puntiamo a garantire l’assistenza a casa, a pazienti con malattie cardiologiche”.
La presentazione del progetto, stamane, è stata anche l’occasione per avviare un momento di dibattito con i sindaci del comprensorio sul tema della sanità. Ai lavori hanno partecipato, oltre al direttore generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento, Giuseppe Capodieci, il direttore sanitario aziendale, Raffaele Elia, il direttore del Distretto Sanitario di Bivona, Giuseppe Lo Scalzo, il primario della cardiologia di Sciacca, Ennio Ciotta ed il cardiologo UTIC di Sciacca, Giovanni Di Vita, quest’ultimo, tra i promotori del progetto di telemedicina.
“E’ una realtà nuova per la Regione Sicilia, dove ancora oggi insistono piccolissimi servizi legati alla telemedicina – ha dichiarato il cardiologo Di Vita –. La novità di questo progetto consiste nel mettere in rete i centri periferici con l’unità operativa di Sciacca e prevede la realizzazione in tempo reale di una serie di esami che possono risultare vitali, alla luce di un contesto territoriale, come quello della provincia di Agrigento, dove il sistema viario è alquanto carente e molti centri dell’entroterra hanno concrete difficoltà a raggiungere gli ospedali, nel caso specifico, l’ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca. E’ un modo per dare servizi di assistenza a chi si trova lontano dai centri ospedalieri, ma è anche un modo per avvicinare ed integrare il territorio agli ospedali”.
Il progetto coinvolge 11 Comuni dell’area dei Sicani, associati nelle Terre Sicane e vede capofila il Comune di Bivona. “Passo dopo passo si concretizza un percorso avviato già da tempo e che oggi produce i primi risultati – ha commentato il sindaco di Bivona, Milko Cinà. Quello attivato oggi è un servizio che permette il collegamento di questi paesi con la terapia intensiva dell’Ospedale di Sciacca, garantendo diagnosi efficaci e interventi salvavita”.
“Non è accettabile – ha evidenziato il manager ASP, Giuseppe Capodieci – che, a causa di difficoltà di collegamento viario, i cittadini dell’entroterra agrigentino siano penalizzati nei percorsi di assistenza. L’attivazione del progetto odierno, insieme ad altre importanti attività in corso, mira a colmare le distanze e ad assicurare alla collettività dell’entroterra il pieno diritto alle cure”.