Tar Sicilia, licenziato funzionario: “Intascava i soldi dei ricorsi”. Indagano due procure
Una vicenda che scuote le istituzioni giudiziarie siciliane. Come riportato da Repubblica Palermo, Mauro Basile, storico funzionario amministrativo del Tar Sicilia, è stato licenziato dopo l’accusa di essersi appropriato per anni delle somme destinate al pagamento del contributo unificato, la tassa necessaria per presentare ricorsi amministrativi.
Secondo le prime ricostruzioni, Basile – volto noto e stimato all’interno del Tribunale – avrebbe intascato personalmente i soldi dei ricorrenti, talvolta contattandoli per proporre addirittura sconti pur di “regolarizzare” le pratiche. Le somme sottratte ammonterebbero ad almeno 100 mila euro, ma la cifra reale potrebbe essere ben più alta.
Le indagini della Guardia di finanza
Due le inchieste in corso: una affidata alla Procura della Repubblica di Palermo, l’altra alla Procura presso la Corte dei Conti. I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria stanno ricostruendo il presunto modus operandi del funzionario, cercando di seguire la traccia del denaro e capire se Basile abbia agito da solo o con eventuali complicità.
Il presidente Veneziano: “Siamo stati noi a scoprire l’ammanco”
Il presidente del Tar Sicilia, Salvatore Veneziano, ha confermato la gravità del caso:
“Siamo stati noi, con i controlli interni e la rotazione anticorruzione, a scoprire la situazione. È un fatto doloroso e grave: abbiamo agito con il massimo rigore.”
Il procedimento disciplinare è stato rapido: pochi mesi per arrivare al licenziamento. Intanto, il Tar si dichiara parte lesa e valuta la costituzione in giudizio come parte civile.
Lo choc tra colleghi e avvocati al Tar
In ambienti giudiziari la vicenda ha creato sgomento. Basile era considerato un punto di riferimento, “il custode della cassaforte” del contributo unificato. C’è chi ancora lo difende:
“Ha speso una vita al Tar, chiarirà tutto”, afferma un collega rimasto anonimo.
Eppure restano molte domande: com’è stato possibile che somme così ingenti uscissero dalle casse senza alcun campanello d’allarme? Perché nessuno dei ricorrenti si è insospettito?
Per ora le risposte spettano agli inquirenti. La Guardia di finanza sta lavorando a un quadro dettagliato, con un obiettivo chiaro: recuperare, per quanto possibile, i fondi sottratti alla giustizia amministrativa siciliana.
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