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Ambiente

Sisma di Santo Stefano, ora 42 gli indagati per corruzione

di massimilianoadelfio -





di ANGELO VITOLO
Già nello scorso mese di giugno, 36 istanze di riesame consegnate a ex amministratori, funzionari e cittadini di Sant’Antonio, nell’ambito di un’inchiesta giudiziaria sui fondi per la ricostruzione del post sisma di Santo Stefano del 2018. Ora sono diventati 42 gli indagati che hanno ricevuto la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Una vicenda originata, come spesso accade quando il consociativismo illegale fallisce le sue mosse, dalle denunce presentate da due imprenditori contro Santo Caruso, allora sindaco del Comune di Aci Sant’Antonio, più recentemente segnalatosi di simpatie leghiste nella scia del deputato Luca Sammartino. I due imprenditori denunciarono Caruso e una funzionaria comunale, Rosa Mammino. Entrambi accusati di “supposte condotte corruttive e di illeciti nella gestione e affidamento di lavori pubblici, nonché nell’assegnazione di contributi stanziati dall’Ente comunale in favore di privati e associazioni”. Un Comune che viene colpito dalla Procura nel vertice responsabile dell’Ufficio Sisma, la geometra Rosa Mammino, raggiunta da una interdittiva a 10 mesi. Pari interdittiva, a 6 mesi, per il geometra Angelo Patanè, libero professionista. Un’inchiesta che ha impegnato investigatori e inquirenti per 4 anni, fino al 2023. E realizzata attraverso l’utilizzo di intercettazioni telefoniche e ambientali, perquisizioni e sequestro di documenti, l’escussione di numerose persone informate sui fatti, accertamenti tecnici e accessi presso le abitazioni destinatarie dei contributi. Alla fine, ne è emerso un trasversale sistema illecito nella gestione dei contributi per la ricostruzione post sisma. Un affair che ha coinvolto amministratori pubblici e funzionari e dipendenti comunali associati nel favorire i privati cittadini che avevano richiesto il contributo per l’immediato ripristino delle abitazioni danneggiate dal terremoto. A loro contorno, operosi come i primi nel sistema criminale, i professionisti e i tecnici privati impegnati nella redazione delle richieste. Nel dettaglio, facevano capo tutte alla funzionaria comunale responsabile dell’Ufficio Sisma le valutazioni delle istanze dei privati cittadini richiedenti il contributo. Era lei, compiendo “atti contrari ai suoi doveri d’ufficio” a decidere a loro favore al solo scopo di innestare, sulla scorta dell’elargizione del contributo statale stanziato per il pronto ripristino delle abitazioni danneggiate dal terremoto, un sistema di pagamento di chiunque si era adoperato per l’efficacia delle procedure. Mazzette da assegnare ad ogni casella del puzzle.
Per ottenerle, messi in campo quelli che la magistratura definisce sempre “artifizi e raggiri”, escamotage utilizzati da pubblici amministratori, funzionari comunali e dallo stesso titolare dell’azienda che era stata incaricata dei lavori, per spartirsi le somme corrispondenti al contributo per la ricostruzione delle abitazioni. All’opera, in tutti questi anni, i carabinieri che hanno sviluppato “gli approfondimenti investigativi che hanno consentito, inoltre, di accertare plurime falsificazioni dei verbali di giunta e delle relative delibere adottate, in quanto i membri della giunta comunale di Aci Sant’Antonio, in concorso con il segretario comunale, nel corso dell’anno 2019 avrebbero attestato, non conformemente al vero, la presenza di alcuni di loro a sedute alle quali n realtà non avevano partecipato, trovandosi in altre località per impegni personali”. Giunta e segretario comunale piegati alla gestione illecita dei contributi. E un’amministrazione comunale divenuta imbuto di un metodo quotidianamente e volutamente illecito per affermare la governance del territorio: accertati a carico di funzionari comunali e di alcuni titolari di imprese affidatarie di lavori pubblici, illeciti commessi all’atto dello svolgimento di lavori di ripristino del manto stradale. A questo scopo, nessuna esitazione a far entrare in campo, ai danni dell’ente comunale, anche un traffico illegale di rifiuti.