Lo scontro in atto tra Siciliacque ed Aica rischia di lasciare a secco i rubinetti in provincia di Agrigento
Si paventa il rischio concreto di una riduzione del 75% dell’erogazione dell’acqua da parte della partecipata regionale Siliacque, a danno del territorio della provincia di Agrigento.
A certificarlo è il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani che, in una lettera inviata al quotidiano La Sicilia, affida la sua versione della drammatica emergenza idrica che sta colpendo il versante agrigentino, puntando il dito, in particolare, contro quei Comuni morosi, contro il gestore unico del servizio idrico (AICA) e contro la gestione del passato.
Sullo sfondo della vicenda c’è un contenzioso in atto tra Siciliacque ed Aica in ordine al debito di 22 milioni di euro accumulato dall’Azienda Idrica Agrigentina nei confronti della società di sovrambito.
Una situazione che dal Cda di Aica, la presidente Danila Nobile, ha tentato di risolvere, presentando un piano di rientro che, tuttavia, non è stato accolto da Siciliacque. Società, quest’ultima, che nel minacciare di ridurre considerevolmente l’erogazione idrica, garantendo solo 50 litri per cittadino, sostiene che la situazione debitoria di Aica rischia di compromettere seriamente l’attività della società.
Insomma è scontro tra le parti e nonostante la questione sia stata al centro di un recente incontro in assessorato, il richiamo al senso di responsabilità non ha trovato riscontro. Siciliacque pretende il pagamento dei debiti e subito, mentre Aica chiede un intervento straordinario della Regione Siciliana, prospettando a sua volta il rischio fallimento, con ripercussioni considerevoli che potrebbero gravare su tutta la Sicilia.
Dal canto suo, il governo regionale respinge ogni accusa e indica una catena di responsabilità locali e regionali, ribadendo la ferma posizione che non intende accogliere la richiesta di elargire ad Aica la somma necessaria a far fronte ai debiti.
“Pur trovandosi di fronte ad una situazione debitoria che non ha creato, né può farsi carico di sanare, il ruolo della Regione è sempre stato quello di garante della comunità del servizio idrico e promotrice di investimenti” – evidenzia il presidente Schifani – nel definire inaccettabile che le gravi morosità accumulate negli anni nei confronti della società idrica vengano presentate come una responsabilità dell’amministrazione regionale.
Il presidente ricorda come la Regione aveva proposto ad Aica la creazione di un fondo di rotazione da 20 milioni di euro per saldare parte dei debiti. Proposta respinta dai Comuni, che avrebbero preferito un finanziamento a fondo perduto. “Un percorso non praticabile – afferma Schifani – perché istituzionalmente diseducativo nei confronti di tutti gli enti che hanno sempre pagato”.
Schifani elenca poi un punto spesso dimenticato, come la vetustà della rete idrica urbana, tra le più disperdenti d’Italia, ricordando che il governo regionale ha stanziato quasi 40 milioni di euro e che i lavori per il rifacimento della rete cittadina sono in corso da mesi.
Se oggi è crisi su una questione divenuta anche tema di scontro politico, le cause sono da attribuire esclusivamente alla persistente mancanza di regolarità nei pagamenti da parte dei Comuni e di Aica che ha generato le attuali tensioni finanziarie e operative – commenta Schifani, che aggiunge: – “la riduzione dell’erogazione idrica da parte di Siciliacque, misura prevista dalle norme in presenza di debiti così ingenti, dovrebbe spingere tutte le amministrazioni coinvolte ad un’assunzione immediata di responsabilità.
