Sicilia, la manovra quater fra promesse e veleni: Schifani all’angolo, opposizione all’attacco
Un mosaico di misure che vale fra gli 80 e i 100 milioni di euro. La nuova manovra economica regionale – la “quater” – approderà in giunta la prossima settimana, per poi passare al vaglio della Commissione Bilancio dell’Ars subito dopo la riapertura dei lavori del 9 settembre. Sarà l’ultimo assestamento prima del tunnel della Finanziaria 2026, e rischia di trasformarsi nell’ennesima prova di tenuta per la maggioranza di Renato Schifani.
Manovra quater Sicilia: le misure previste
Il pacchetto tocca fronti delicati:
- Cinema e tv: dai residui del Fondo sviluppo e coesione (1,2-2,5 milioni) per far scorrere la graduatoria della Film Commission, con in cima il film dedicato a Biagio Conte e quello sull’agente-eroe Calogero Zucchetto.
- Trasporto aereo: un fondo da 3 milioni per attrarre compagnie disposte a creare rotte intercontinentali dirette da Palermo.
- Parchi archeologici: 5 milioni per interventi di recupero, con criteri fissati dall’assessorato ai Beni culturali.
- Enti locali: 2,2 milioni per iniziative sociali e culturali, più 4 milioni per opere gestite direttamente dalla Regione nelle aree metropolitane di Palermo e Messina.
- Stabilizzazioni: fondi per i precari rimasti negli enti locali.
- Legge “Liberi di scegliere”: 2 milioni per applicare il protocollo Di Bella, che sottrae i figli ai boss mafiosi dichiarati inidonei ad educarli.
- Debiti fuori bilancio: 5,5 milioni per chiudere contenziosi passivi, il vero pomo della discordia.
Sul tavolo anche il possibile ritorno della norma per i contributi stabili all’editoria, cavallo di battaglia di Schifani, ma la partita potrebbe slittare direttamente alla Finanziaria 2026.
Manovra quater Sicilia e i nodi politici
Il clima attorno a Palazzo d’Orléans resta incandescente. Martedì sera il governatore ha annullato a sorpresa la riunione con il gruppo di Forza Italia prevista per il 9 settembre, accusando i deputati di avere “spifferato” la notizia alla stampa. Schifani promette di incontrarli singolarmente, ma il malumore azzurro non si placa: metà gruppo contesta la gestione accentrata, i tecnici in giunta, e guarda con favore al tandem Falcone-Mulè, intenzionato a mettere in discussione la leadership interna.
A peggiorare i rapporti, gli articoli di Finanziaria bocciati in aula proprio con i voti di franchi tiratori azzurri: dai fondi per l’editoria (9 milioni), all’acquisto del palazzo di via Cordova, fino al finanziamento del Sovracup sanitario.
Le voci dell’opposizione
Il Pd alza i toni. «Si chiude la peggiore estate del centrodestra, fatta di clientele e liti senza visione», afferma il segretario regionale Anthony Barbagallo, che promette un autunno di “dura opposizione”. Nel mirino la legalità, le nomine “politiche” in sanità e nei parchi archeologici, il caos trasporti e le riforme ferme al palo.
Intanto, il caso Biagio Conte rischia di trasformarsi in simbolo: «La Regione trova milioni per feste e carnevali ma non per un film sulla figura di Conte?», attacca l’azzurro dissidente Giorgio Mulè. La produttrice Gloria Giorgianni, dopo settimane di silenzio istituzionale, ha ricevuto solo ieri una telefonata rassicurante dal governatore: «Attendo atti concreti, non promesse», ha detto.
Lo scenario
La manovra quater, nata per recuperare i provvedimenti accantonati ad agosto, si presenta come un contenitore di promesse a cui manca la colla politica. E se “la notte porta consiglio” – come dice Schifani – il rischio è che porti solo altri veleni.