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Sicilia, 32 milioni per le strade provinciali: nasce un nuovo modello per ridare vita a Città metropolitane e Liberi consorzi

di Redazione -





Un nuovo corso per le ex Province siciliane — ormai da anni fantasmi istituzionali senza vera agibilità politica e senza risorse — potrebbe finalmente iniziare. E non si tratta più solo di annunci. L’accordo istituzionale firmato tra l’assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, e i presidenti delle Città metropolitane e dei Liberi consorzi comunali segna infatti un passaggio operativo che potrebbe invertire la rotta nel disastro, ormai strutturale, della viabilità secondaria siciliana.Si parte con 32,2 milioni di euro, fondi FSC legati all’intesa del 24 maggio scorso tra la premier Giorgia Meloni e il presidente della Regione Renato Schifani. Soldi che finanzieranno 15 interventi strategici di manutenzione straordinaria sulle strade provinciali, con l’obiettivo — dichiarato ma ambizioso — di far partire i lavori entro la fine del 2025 e concluderli entro il 2026.

Un modello “a rete” per accelerare la spesa

Ma la vera novità non sta tanto nei numeri — che pure contano — quanto nel metodo. «È un nuovo modello operativo sinergico», lo definisce Salvo Russo, presidente di Ance Sicilia, che plaude alla scelta di ridare agibilità politica e operativa agli enti intermedi. In concreto: l’Assessorato alle Infrastrutture assumerà il ruolo di centro di responsabilità e ufficio operativo; il Dipartimento tecnico sarà la stazione appaltante; i Liberi consorzi e le Città metropolitane resteranno beneficiari e attuatori, ma potranno contare sul supporto tecnico della Regione per la progettazione, approvazione e trasmissione dei documenti necessari. Uno schema che punta a risolvere il nodo più soffocante: la cronica carenza di personale e competenze all’interno degli enti intermedi, che spesso rallenta – o blocca del tutto – la spesa.

Promesse di velocità, ma restano nodi aperti

L’assessore Aricò, che si gioca una partita politica decisiva anche in vista delle future alleanze regionali, punta su questo accordo come laboratorio di efficienza. Ha dichiarato di voler avviare i cantieri già entro dicembre. Promessa forte, che stride con le infinite attese a cui ci ha abituato la macchina burocratica siciliana. Il vero banco di prova sarà duplice: riuscire a spendere bene e nei tempi previsti i primi 32 milioni, e dimostrare che questo modello può diventare replicabile e strutturale. Perché le strade provinciali in Sicilia non sono solo un problema di mobilità, ma anche di sicurezza, sviluppo locale e diritto alla cittadinanza. Restano da comprendere i criteri di selezione dei 15 interventi finanziati, così come la capacità delle strutture tecniche regionali di far fronte al carico aggiuntivo. Ma se davvero l’accordo segna l’inizio di un nuovo corso, allora la speranza, da tempo l’unica compagna di viaggio degli automobilisti siciliani, potrebbe finalmente incontrare i cantieri.