Leggi:

Ambiente

PRIMA PAGINA-Siccità, l’Ars resta a secco: un’emergenza senza un piano

di Carlo Capotosti -





di ANGELO VITALE – Siccità, l’Ars resta a secco: un’emergenza senza un piano

Se l’acqua non arriva nei campi e nelle case, il tema della siccità e della crisi dell’agricoltura arriva nell’Ars. Lo fa un’ora dopo quella fissata. E con due mesi di ritardo rispetto ad alcune delle otto mozioni, due interpellanze e tre interrogazioni da discutere. Sono 48 pagine di premesse, considerazioni, dati, numeri, statistiche e proposte che sembrano meritare un afflato comune. Così non è, l’Assemblea rimane a secco come le reti colabrodo dell’isola, come i rubinetti delle abitazioni, come gli invasi sempre più vuoti, come le dighe i cui nomi, secondo l’appartenenza territoriale di questo o quell’onorevole, si rincorrono sulle loro bocche. Decine alla fine gli interventi, in un’Aula che però lentamente si svuota, presente solo parte della minoranza. È lo specchio di un gioco delle parti che non riesce a diventare gioco di squadra, di fronte ad un’emergenza per la quale Palermo chiama Roma. Le polemiche reciproche – la campagna elettorale per le prossime Europee è ormai iniziata – prevalgono sulla ricerca di un proposito unitario che pure viene da tutti affermato, come la vicinanza ad “agricoltori, allevatori, pescatori”, i rappresentanti di un sistema agroalimentare al collasso che però non appare spaventare più di tanto l’Ars. Il via alle danze delle polemiche con “Scateno” De Luca, che attacca “l’ologramma Schifani”: anche altri interventi stigmatizzeranno l’assenza del governatore da un dibattito centrale per l’isola mentre il suo vice, Luca Sammartino, è solo al banco del governo quale titolare della delega all’Agricoltura. De Luca non ha peli sulla lingua e grida di agricoltori nella morsa di strozzini alla ricerca di terreni da destinare alle pale eoliche e agli impianti fotovoltaici. E pretende che Sammartino si faccia interprete, nel confronto con il governo Meloni, della necessità di un investimento di almeno 30 miliardi per un piano quinquennale strutturale: “Senza questo – afferma – non si esce da questa crisi”. Negli interventi a seguire, si confondono le posizioni tra minoranza e maggioranza. Tutti sono vicini alla Sicilia che soffre la sete, tutti richiamano colpe passate, tutti attaccano tutti. E si confondono pure – a dimostrare la valenza principale del “gioco delle parti” che governa quanto va in scena – i numeri nelle dichiarazioni di parlamentari dello stesso partito: per due onorevoli del Pd la perdita della rete idrica in Sicilia è del 40%, ma anche del 60% (sic). C’è chi chiede misure immediate, chi quelle di medio e lungo termine, chi un tavolo tecnico permanente con la partecipazione dei rappresentanti delle categorie produttive, chi che l’Ars si riunisca ogni settimana. Non per tirare la giacchetta a Sammartino, ma per condividere la necessità di un percorso strutturato e continuativo. Viene stigmatizzata la scomparsa di una “politica agricola” nella regione, viene sottolineato il capovolgimento della riforma agraria con il delinearsi della nascita di nuovi latifondisti pronti in un futuro immediato a destinare i campi al redditizio business delle rinnovabili, viene denunciato che nel 2100 (nell’Aula nessun imbarazzo ad ascoltare questa previsione) il 70% dei terreni agricoli dell’isola non saranno più coltivabili. E c’è pure, in un’Ars che discute un’emergenza per tutti drammatica, un parlamentare che arriva a prevederne la durata solo in “qualche mese”. Ha buon gioco l’assessore Sammartino, di fronte a banchi svuotati, ad annunciare la prossima dichiarazione dell’emergenza nazionale. La crisi attuale “ha radici in anni passati, anche nei più recenti in cui si poteva fare di più e meglio”, oltre che in congiunture che non esita a paragonare alle sette piaghe d’Egitto: economiche, naturali, metereologiche, geopolitiche. Il vice di Schifani difende con orgoglio l’operato del governo. Riferisce di cantieri in corso con opere pronte a giugno, di un ddl “avveniristico” che porrà fine al trentennale commissariamento dei Consorzi di bonifica. Della garanzia che, a dichiarazione di emergenza nazionale ufficializzata, diminuirà la pressione sui crediti agrari. E di ingiustizia sociale per i canoni irrigui da saldare nonostante la carenza di acqua. Auspica che le imprese possano godere di una “leggerezza” finora impensata. Non c’è voto sulle mozioni: tutto rinviato a martedì.