Sfiducia a Schifani, l’Ars fissa la data: martedì 2 dicembre il voto
La mozione di sfiducia al presidente della Regione Renato Schifani è ufficialmente all’ordine del giorno. Depositata oggi alle 15 all’Assemblea Regionale Siciliana, con il supporto di 23 firme provenienti dai gruppi M5S, Pd e Controcorrente, ha ricevuto in poche ore la convocazione d’urgenza: la discussione inizierà martedì 2 dicembre alle 14, a Sala d’Ercole.
L’iniziativa, annunciata due settimane fa dopo il ritiro “in convento” delle opposizioni e presentata pubblicamente mercoledì scorso, prende corpo a tempi record. Gli uffici dell’Ars hanno completato l’analisi del testo in giornata e la conferenza dei capigruppo ha deciso di calendarizzare immediatamente la seduta.
Il documento e i numeri
Tre pagine, quindici contestazioni, un obiettivo politico chiaro: costringere Schifani a un passaggio parlamentare che, secondo i promotori, metta a nudo la crisi della maggioranza. Per approvarla servono 36 voti, dunque 13 in più dei firmatari. Ai 23 promotori potrebbero aggiungersi i 3 deputati di Sud chiama Nord, come confermato da Cateno De Luca, ma resterebbero comunque da convincere almeno dieci deputati della maggioranza.
“Con questa mozione stiamo parlamentarizzando la crisi – afferma Nuccio Di Paola, coordinatore regionale del M5S e vicepresidente dell’Ars –. Gli scontenti sono molti e stiamo dialogando con alcuni di loro. Il nostro obiettivo è staccare la spina a un governo travolto da scandali e immobilismo”.
L’opposizione affila le armi
Secondo Ismaele La Vardera, leader di Controcorrente, “Schifani dovrà ascoltare in Aula i suoi disastri. Sto dialogando con due deputati di maggioranza, uno di Forza Italia e uno di Fratelli d’Italia, che potrebbero votare la sfiducia. È arrivato il momento di capire chi vuole davvero salvare questa Regione”.
Dal Pd, Dario Safina parla senza mezzi termini: “Schifani dovrebbe dimettersi. In Sicilia il consenso si costruisce sull’amichettismo e sulle appartenenze. Con la mozione lo metteremo davanti alle sue responsabilità: in tre anni di legislatura ha prodotto solo immobilismo”.
La maggioranza fa muro
Dalla parte opposta, la maggioranza mostra sicurezza e liquida l’iniziativa come “una mozione velleitaria”. Giorgio Assenza, capogruppo di Fratelli d’Italia, replica a Di Paola: “Quale sarebbe la sanzione se gli assessori non vengono nominati entro il 9 dicembre? È un atto politico, nulla più”.
Il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, pur mantenendo toni istituzionali, conferma che Schifani “non teme l’Aula”. “Dopo neanche due ore dal deposito – spiega – la conferenza dei capigruppo ha fissato la data. È stato lo stesso presidente della Regione a chiedere di affrontare subito il dibattito”.
Le incognite e gli scenari
La mozione sarà discussa e votata in seduta pubblica, senza voto segreto. Una scelta che, secondo alcuni osservatori, blinderà la maggioranza: “Se si votasse a scrutinio segreto – confidano alcuni deputati – sparirebbero persino i voti di chi l’ha proposta”.
Eppure, dietro la certezza aritmetica si muovono ipotesi e strategie. In molti, anche tra le opposizioni, sospettano che Schifani punti a una doppia vittoria simbolica: superare indenne la mozione e approvare subito dopo una manovra finanziaria con stanziamenti rilevanti, trattenendo per sé – almeno temporaneamente – le due deleghe revocate agli assessori Dc.
Un segnale di forza, che partirebbe dal cuore di Palazzo dei Normanni e arriverebbe fino a Roma.
