Schifani sfida Salvini: ricorso al Tar contro la nomina di Tardino. Centrodestra in frantumi anche a Caltanissetta
Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha rotto gli indugi e ha depositato al Tar di Palermo il ricorso contro la designazione di Annalisa Tardino alla guida dell’Autorità portuale della Sicilia occidentale, voluta dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Una mossa che mette nero su bianco la volontà di Palazzo d’Orléans di contestare formalmente la scelta leghista, ritenuta priva dei requisiti necessari.
Un passaggio che Schifani ha compiuto senza un mandato preventivo della giunta, prassi seguita in casi più complessi, e che ha permesso ai due assessori della Lega, Mimmo Turano e Salvatore Barbagallo, di evitare l’imbarazzo di schierarsi tra fedeltà a Roma o al governatore. Ma la posta in gioco è tutta politica: la compattezza dell’asse Schifani-Lega, solido fino a poche settimane fa, appare ora incrinata.
Il clima teso si riflette anche sul fronte locale. A Caltanissetta il sindaco azzurro Walter Tesauro ha revocato le deleghe all’assessore leghista Oscar Aiello, decisione condivisa dal coordinatore provinciale di Forza Italia, Michele Mancuso. Immediate le reazioni del Carroccio: il segretario regionale Nino Germanà parla di “ritorsione politica”, denunciando una rappresaglia contro la crescita della Lega in provincia. Mancuso replica duramente: “Decisione legittima e persino tardiva, Tesauro ha agito nell’interesse degli equilibri cittadini”.
L’episodio nisseno non è un dettaglio isolato, ma un segnale di frattura all’interno di un centrodestra che, tra Roma e Palermo, mostra sempre più crepe. Se a livello nazionale Lega e Forza Italia marcano da tempo le differenze, in Sicilia il caso Tardino e le tensioni locali rischiano di accelerare un logoramento politico che fino a ieri sembrava impensabile.
La domanda ora è chiara: si tratta di episodi isolati o dell’inizio di una resa dei conti nel centrodestra siciliano?