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Schifani sbatte la porta e lascia la convention dei giovani azzurri: “Calenda ha offeso la Sicilia”

di Vincenzo Migliore -





Doveva essere un momento di confronto politico all’insegna del dialogo e invece si è trasformato in un incidente istituzionale che farà discutere a lungo. Alla convention nazionale “Azzurra Libertà”, organizzata dai Giovani di Forza Italia, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ha abbandonato la kermesse dopo un durissimo scontro con Carlo Calenda, ospite della tre giorni azzurra.

Lo scontro dietro le quinte

Secondo il racconto del governatore, il diverbio sarebbe nato dietro il tendone del palco, a pochi minuti dall’intervento del leader di Azione. “L’ho salutato con cortesia – ha spiegato Schifani all’ANSA – e lui, invece di ricambiare, mi ha aggredito dicendo che la Sicilia deve affondare, che è da cancellare”. Parole considerate un affronto intollerabile: “Un comportamento assurdo da parte di un ospite: in quel momento era a casa mia”.

Il botta e risposta è proseguito sul tema del voto segreto all’Ars. Calenda, favorevole all’abolizione, avrebbe definito “uno schifo” il sistema vigente e “da mandare al confino” chi non intende riformarlo. A quel punto la decisione di Schifani: “Non abbiamo più nulla da dirci”, e via dall’evento senza pronunciare il discorso previsto.

Calenda non arretra

Da parte sua, Calenda ridimensiona ma non ritratta: “Mi spiace che Schifani si sia offeso. Ho semplicemente detto ciò che penso: i siciliani sono vittime di un sistema clientelare, costoso e inefficiente, che dura da decenni. Non è nato ieri”.

La reazione di Forza Italia

Immediate le prese di posizione di Forza Italia. Marcello Caruso, coordinatore regionale del partito, parla di “comportamento inqualificabile” e chiede scuse pubbliche: “Calenda non ha solo mancato di rispetto a Schifani, ma a milioni di siciliani. La Regione oggi non si presenta più a Roma col cappello in mano: i nostri risultati economici e occupazionali sono evidenti”.

Sulla stessa linea il capogruppo all’Ars, Stefano Pellegrino: “Inaccettabile che un senatore eletto in Sicilia denigri la stessa terra che dovrebbe rappresentare”. Solidarietà anche dal gruppo consiliare di Palermo e dal Movimento Giovanile di Forza Italia, che condanna “un’aggressione verbale tanto più grave perché avvenuta davanti ai giovani, simbolo del futuro”.

Solidarietà trasversale

A sostegno del governatore si schiera anche la Dc: “La Sicilia non si cancella, si difende”, dichiara Stefano Cirillo, ricordando la denuncia pendente contro Calenda.

Di segno opposto, invece, la replica dei calendiani siciliani, che accusano Schifani di vittimismo: “Calenda ha criticato un modo di governare, non i siciliani. Le vere offese sono le nomine clientelari, come quella di Luigi Genovese all’Ast. Schifani non è un re, ma un presidente eletto: non tutti sono suoi sudditi”.

La frattura politica

L’episodio segna un nuovo strappo tra Azione e Forza Italia in un contesto già attraversato da tensioni interne. La cornice, la festa nazionale dei giovani azzurri con la presenza di Antonio Tajani e dei vertici del partito, rende lo scontro ancora più eclatante.

Il caso, nato in un retropalco marchigiano, rischia adesso di avere un’eco nazionale: da un lato l’orgoglio siciliano rivendicato da Schifani e da Forza Italia, dall’altro il pragmatismo tagliente di Calenda, che non arretra dalle sue critiche.

La frattura resta aperta, e con essa la ferita politica e simbolica che tocca il rapporto fra istituzioni e opinione pubblica.