Schifani e la sua corte di nani e ballerine: quale futuro per la Sicilia?
Un bilancio sostanzialmente positivo dei primi anni di presidenza Schifani non consente ancora di essere ottimisti per il futuro della Sicilia
Basterebbe leggere i commenti del presidente della Regione per l’approvazione della terza manovra finanziari per diagnosticare una Sicilia in piena salute: «Grande soddisfazione – dichiara Schifani – un provvedimento importante, reso possibile grazie a maggiori entrate per circa cinquecento milioni di euro.
Con senso di responsabilità, abbiamo scelto di immettere immediatamente le risorse nell’economia siciliana, destinandole alle principali emergenze dell’Isola, oltre che porre particolare attenzione al sociale e allo sviluppo: due pilastri fondamentali per rispondere concretamente ai bisogni dei cittadini e sostenere la crescita del nostro territorio».
Tutto bene?
In effetti, a ben guardare, c’è un diluvio continuo di fondi, in tutti i settori, per la scuola, per le imprese, per le emergenze, acqua, rifiuti, viabilità, ambiente, sarebbe difficile affermare che l’isola non sta bene finanziariamente, i conti sono in ordine, si è da poco celebrato il riaccertamento dei residui che ha messo in circolo altra liquidità, se, però, si parla di sanità viene fuori l’altolà del governo nazionale che pone paletti invalicabili.
In maggioranza fanno tutti festa: il presidente viene esaltato per la sua azione, l’on.le Gennuso di Forza Italia dice che Schifani trasforma bisogni in risposte concrete.
«Abbiamo destinato 25 milioni a inclusione e scuole, con fondi per disabilità e manutenzione scolastica, oltre 40 milioni per ridurre le liste d’attesa sanitaria, e 4 milioni al contrasto della povertà, Governo che ha reperito le risorse per interventi importanti come i 55 milioni per la sicurezza stradale provinciale, i 45 milioni ai Comuni per la gestione rifiuti, e i 15 milioni per videosorveglianza urbana. Non vanno dimenticati gli 8,3 milioni per scuolabus e i 13,7 milioni alla Protezione Civile per emergenze, oltre agli interventi strutturali su acqua e dighe».
Tanti numeri
Il capogruppo di Forza Italia, Pellegrino, facendo eco al collega Gennuso aggiunge l’apprezzamento per il ruolo «di regia politica svolto dal presidente Schifani, la cui presenza costante e capacità di ascolto hanno permesso di tradurre le istanze territoriali in una legge finanziaria equilibrata, concreta e orientata al benessere delle comunità locali».
In effetti, ci sono aspetti della manovra che sembrano indiscutibili: 339 milioni di euro per affrontare alcune delle sfide più urgenti della Regione, per la crisi idrica vengono destinati 11 milioni alla protezione civile per far fronte alla siccità e agli eventi calamitosi, mentre 32 milioni saranno impiegati per garantire il funzionamento dei dissalatori a Trapani, Gela e Porto Empedocle. Ulteriori risorse, pari a 6,2 milioni, andranno alla progettazione di interventi nelle dighe.
Per aiutare i Comuni a far fronte ai maggiori costi nella gestione dei rifiuti, sono stati stanziati 45 milioni, premiando con una quota maggiore (25 milioni) quelli che hanno raggiunto almeno il 60% di raccolta differenziata. Sempre agli enti locali sono destinati 15 milioni per progetti di videosorveglianza e oltre 8 milioni per l’acquisto di nuovi scuolabus.
Misure speciali
C’è spazio anche per la manutenzione del territorio: 55 milioni andranno alla riqualificazione straordinaria delle strade provinciali e 5 milioni serviranno per interventi nelle scuole pubbliche.
Particolare rilievo è dato anche alla spesa sociale. Rifinanziata la linea B della legge sulla povertà: agli enti che si occupano di accoglienza e ricovero di indigenti sono destinati 3 milioni di euro. Il fondo per le persone con disabilità è incrementato di altri 10 milioni, a dimostrazione di un impegno crescente sul fronte dell’inclusione.
Infine, un investimento strategico da oltre 66 milioni, distribuito nel prossimo triennio, sarà dedicato alla sanità. L’obiettivo è chiaro: ridurre i tempi di attesa e rendere i servizi più accessibili a tutti i cittadini.
Non meno entusiasti per le misure adottate Marianna Caronia, deputato regionale di Noi Moderati, e Vincenzo Figuccia, deputato leghista.
Emergenze, sviluppo e sociale
Lo stesso presidente Schifani ha voluto sottolineare come negli ultimi due anni ci siano state manovre aggiuntive per un miliardo di euro grazie a oculate politiche economiche e ha ricordato le tre direttrici fondamentali del disegno di legge: emergenze, sviluppo e sociale.
La Regione Siciliana ha anche centrato gli obiettivi di spesa pure del Programma operativo del Fondo sociale europeo 2014–2020, lo strumento principale dell’Ue per sostenere l’occupazione, aiutare i cittadini a trovare un impiego e assicurare opportunità lavorative più eque per tutti. Su una dotazione complessiva di risorse comunitarie di 615 milioni, assegnata alla Sicilia e affidata al dipartimento regionale della Formazione professionale in qualità di Autorità di gestione, la spesa certificata al 31 luglio di quest’anno, alla chiusura del programma, ammonta a 651 milioni di euro con un overbooking di 36 milioni.
Le parole del presidente Schifani
Un risultato che si aggiunge a quello raggiunto pure dal Po Fesr, gestito dal dipartimento della Programmazione, che al 31 luglio ha certificato 3,8 miliardi di spesa con un overbooking di 170 milioni.
«Il risultato ottenuto certifica la capacità di saper spendere bene e in tempi certi le risorse europee, superando perfino la dotazione iniziale», ha commentato il presidente Renato Schifani. «È la dimostrazione concreta che una Regione efficiente è possibile e che la buona amministrazione produce effetti positivi per l’intera comunità».
A leggere questi dati, si può avere solo l’idea di una isola felice, un paese di bengodi per la dovizia di fondi disponibili, la ricandidatura e la rielezione del presidente non dovrebbe essere in discussione, ad onta delle strategie dei partiti piccoli, che hanno scarsa rappresentanza in aula e battono la coda a abbaiano per farsi vedere, ad onta di opposizioni inesistenti, ferme alle staccionate a ai tornelli sulle spiagge.
Ma lo spettacolo meraviglioso è anche frutto di una comunicazione ben orchestrata, la Corte dei Conti, invece, fa le pulci per l’idrico e denuncia cose che si sanno, reti colabrodo e sprechi inenarrabili, anche per i rifiuti le criticità e le emergenze sono note.
Cosa non va
Per turismo e beni culturali, il presidente non è riuscito a svincolarsi dalla corrente di settore di Fratelli d’Italia, il peso degli scandali del presidente dell’ARS e dell’assessore al Turismo non sono più arginabili: se si può giustificare l’uso dell’auto blu per il kebab non si può certo tenere un assessore che non smentisce la raccomandazione per un posto di lavoro per il nipote. Anche quando non ci sono estremi per l’incriminazione, ci sono motivi di opportunità politica che consiglierebbero di farsi da parte.
Ma i protagonisti hanno facce di bronzo e continuano a traccheggiare, Schifani tace e ostenta garantismo. Pure dove si è oltrepassato ogni limite è nel settore della Sanità, abbiamo puntato due assessori, tutte e due donne, solo delusioni. Le liste di attesa non accennano a scomparire, nessuno va casa dei direttori generali, del resto nominarne altri significherebbe affrontare l’ennesimo Vietnam. Il Governo nazionale pone stringenti paletti alla spesa. Carenza di medici e i pronto soccorso sempre intasati sono una costante.
Non solo Ponte
Non va meglio, nonostante gli entusiasmi per il Ponte sullo Stretto, per infrastrutture, viabilità e ferrovie. Forse per la corte di nani e ballerine va ben così, ognuno ha il suo orticello da coltivare, i suoi fondi da gestire, il suo sottogoverno da amministrare, ma non è che sia chiaro quale sarà il futuro della Sicilia