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Attualità

Sant’Agata, dalle Candelore la voglia di una festa nuova

di Alessandro Fragalà -





Qualche giorno fa su queste pagine vi abbiamo raccontato delle parole, molto forti, dell’Arcivescovo di Catania, Monsignor Luigi Renna, in vista della prossima e ormai vicinissima Festa di Sant’Agata. Al centro del pensiero della massima carica religiosa anche le candelore e alcuni atteggiamenti, riscontrati negli anni scorsi che, con grande disponibilità da parte di tutti, si sta provando a sdoganare. L’obiettivo è proprio quello di andare oltre i luoghi comuni, ma soprattutto di restituire la giusta dignità alle Candelore che, senza ombra di dubbio, appartengono alla storia della città di Catania. Lo conferma all’Identità anche, Salvatore Greco, uno dei dirigenti del Cereo Mastri Artigiani presieduto da Carmelo Zappalà. Insieme a Greco abbiamo provato a fare un po’ di storia riguardo alle Candelore e, in particolare, ai portatori.

“Risalire ai primi portatori delle Candelore della festa di S. Agata – ci spiega Salvatore Greco – è un’impresa quasi impossibile per la mancanza di una documentazione storica. I vecchi filmati della festa di S. Agata dei primi del Novecento ci danno solo una testimonianza visiva dei portatori, nulla di più”. Una figura, quella del portare della Candelora che, ovviamente, è cambiata in proporzione del cambiamento generale e della ormai totale alfabetizzazione della popolazione. “I portatori di oggi – racconta ancora Greco – sono gli eredi di quelli che un tempo venivano chiamati popolarmente vastasi. I portatori di oggi sono ragazzi diplomati o laureati. Alcuni continuano a vivere nel vecchio centro storico, per ragioni economiche, ma anche affettive. I portatori di oggi sono commercianti, impiegati, operai, artigiani, autisti, imprenditori, infermieri, sportivi, tecnici e hanno bisogno di allenare i muscoli in palestra”. Un cambiamento che però non ha cambiato alcune regole non scritte e non ha intaccato la tradizione dei festeggiamenti in onore della Santa Patrona di Catania.

Ma perché si diventa portatori? “A volte per tradizione familiare – continua a spiegare il dirigente del Cereo Mastri Artigiani – nella candelora convivono due anime, quella di devozione verso Sant’Agata e quella della passione che deriva dall’appartenenza a una categoria lavorativa, ad un quartiere o semplicemente l’affetto nei confronti di una singola Candelora”. Valori a cui ha fatto richiamo Luigi Renna nel suo messaggio e che, è doveroso sottolinearlo, i rappresentati del Cereo Mastri Artigiani e di tutte le candelore, non vogliono assolutamente perdere. “Stiamo lavorando senza sosta già da diverso tempo per creare valore e unità. Simbolicamente – prosegue Greco – si può dire che un’onda solleva un’altra, generando ancora mille e poi diecimila onde. Sappiamo che non basta lucidare la candelora, occorre in maniera appropriata sensibilizzare gli abitanti di tutti i quartieri, puntare ad un ampio consenso.

Ognuno ha ed esprime il proprio senso d’appartenenza, ma incoraggiare la partecipazione sociale rappresenta una continua scommessa con cui provare a superare i vari tipi di resistenza”. Un’operazione che parte dalla voglia di rinascita, palesata in un congresso, organizzato proprio dall’associazione dei Mastri Artigiani domenica scorsa. “Con il convegno che abbiamo organizzato – dice Salvatore Greco – abbiamo manifestato un input nuovo, di ripartenza. Questa la possiamo definire la prima fase di una serie di nuovi progetti per creare aggregazione. L’obiettivo è trovare tutti quelli che vogliono dare un contributo in termini di partecipazione come ci piacere dire senza un giudizio, ma solo con incoraggiamento”. Obiettivi e operazione assolutamente apprezzabile, anche alla luce delle parole e dei moniti lanciati dall’Arcivescovo durante la celebrazione eucaristica con le Associazioni e i portatori delle Candelore che si è tenuta nella chiesa di San Nicola l’Arena .

“Un impegno – conclude Salvatore Greco – che potremmo definire espansione e che rappresenta il desiderio di illuminare ogni direzione. Con fede e dedizione si può trasformare e migliorare ogni dettaglio. Ritengo che si tratti un lavoro a vantaggio di tutte le candelore”. Il messaggio è rivolto a tutti gli altri cerei catanesi: un appello all’unità, per poter far partire una stagione totalmente nuova.