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Sanità: Asp Palermo, a Petralia Sottana primo ospedale di comunità con fondi Pnrr

di Dario Fidora -





Il primo OdC dell’Asp 6 sarà inaugurato il 21 giugno dal governatore Schifani. In Sicilia il fabbisogno di Ospedali di Comunità è di 43 strutture, individuate in 40 da ristrutturare e 3 da edificare.

L’Azienda sanitaria provinciale di Palermo ha realizzato all’interno del Presidio “Madonna dell’Alto” di Petralia Sottana il primo ospedale di comunità del territorio. Dotata di 18 posti letto, distribuiti in 9 stanze di degenza, la struttura di ricovero rientra nell’ambito della rete territoriale. È stata realizzata con fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) finanziato dall’Unione Europa. 

L’ospedale di comunità di Petralia Sottana sarà inaugurato venerdì prossimo, alle 11, dal presidente della Regione, Renato Schifani. Saranno presenti, tra gli altri, l’assessore regionale della Salute, Giovanna Volo; il dirigente generale del dipartimento Pianificazione strategica, Salvatore Iacolino; e il dirigente generale del dipartimento per le Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico, Salvatore Requirez.

Con i fondi del Pnrr l’Asp di Palermo ha, già, realizzato le 12 Cot (Centrali operative territoriali) previste e ha in corso i lavori per la realizzazione complessiva di altri 9 ospedali di comunità (oltre quello di Petralia Sottana) e 38 case di comunità.

In base al decreto del ministero della Sanità n. 77/2022, questi presidi dovrebbero evitare ricoveri impropri e “favorire dimissioni protette in luoghi più idonei al prevalere di fabbisogni sociosanitari, di stabilizzazione clinica, di recupero funzionale e dell’autonomia e più prossimi al domicilio”.

L’Ospedale di Comunità è una struttura sanitaria di ricovero della rete di assistenza territoriale e svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero, i cui requisiti sono stati disciplinati nel gennaio 2020 in sede di Conferenza Stato Regioni. 

L’ospedale di comunità viene in questa sede definito  “una struttura di ricovero breve che afferisce al livello essenziale di assistenza territoriale, rivolta a pazienti che, a seguito di un episodio di acuzie minori o per riacutizzazione di patologie croniche, necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica potenzialmente erogabili a domicilio, ma che vengono ricoverati in queste strutture in mancanza di idoneità del domicilio stesso (strutturale e/o familiare) e necessitano di assistenza /sorveglianza sanitaria infermieristica continuativa, anche notturna, non erogabile a domicilio.”

Si tratta di strutture pubbliche o private in grado di ospitare da 20 a 40 pazienti e ad assistenza prevalentemente infermieristica, da garantire 7 giorni su 7, 24 ore su 24, con un numero di infermieri compreso tra 7 e 9, di cui 1 coordinatore. E poi 4-6 operatori sociosanitari, 1-2 unità di altro personale sanitario con funzioni riabilitative e un medico per 4,5 ore al giorno 6 giorni su 7.

Il PNRR, missione 6, prevede una dotazione di 1 miliardo di euro per almeno 307 Ospedali di Comunità rinnovati, interconnessi e tecnologicamente attrezzati in Italia entro il 2026.

È il 40% la quota di Pnrr per gli ospedali di comunità destinata alle regioni del Mezzogiorno.

Tra le regioni italiane, il finanziamento maggiore dal piano nazionale di ripresa e resilienza è previsto per Lombardia (151,2 milioni di euro), con un target di 60 ospedali di comunità e 66 previsti dal contratto istituzionale di sviluppo regionale. Seguono Campania – quasi 11 milioni di euro per un obiettivo di 45 ospedali e 48 previsti dal Cis della regione – e Sicilia. Sull’isola il target è di 39 ospedali di comunità, mentre 43 sono quelli di prevista realizzazione.