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Sanità, a Palermo un miliardo per quattro ospedali

di Redazione -





di CLAUDIA MARI -Sanità, a Palermo un miliardo per quattro ospedali

La Regione Siciliana accelera sulla sanità. E lo fa annunciando un piano da un miliardo di euro – cofinanziato al 95 per cento dallo Stato e al 5 per cento dalla Regione – per la costruzione di quattro nuovi ospedali nella città metropolitana di Palermo.
A deciderlo e a dare la spinta il Ministero della Salute che ha dato il via libera all’uso dei fondi statali destinati all’edilizia ospedaliera. Cifre importanti che, già nei prossimi anni, porteranno a quadruplicare i posti letto nel capoluogo, arrivando a generarne ben 1.365 nuovi. L’accordo di programma era già stato approvato lo scorso ottobre dal presidente Renato Schifani: con questo accordo la Regione beneficerà dei fondi del cosiddetto ex articolo 20 (della legge numero 67/88) quasi totalmente a carico dello Stato. Una risorsa che si rivela fondamentale per la sanità siciliana che ha già investito sull’ammodernamento di alcune strutture (come il nuovo pronto soccorso del Policlinico e del Cervello), ma che ha dovuto guardare anche al portafogli, chiedendo aiuto allo Stato.
IL PIANO DELLA REGIONE
Il piano della Regione Sicilia è mirato alla realizzazione di un polo pediatrico di eccellenza di Fondo Malatacca, un nuovo Civico, un nuovo ospedale Policlinico e una struttura ospedaliera unica di Palermo Nord (attualmente servita dall’azienda unificata Villa Sofia Cervello). Struttura Nord in cui avrà sede anche il polo oncoematologico della Regione siciliana. Tutte le nuove realizzazioni andranno a stravolgere il volto degli ospedali già esistenti e, in alcuni casi ne vedranno la fine, visto che alcuni padiglioni verranno – in parte – demoliti. A dare la linea sulla sanità che verrà in sede di giunta, il Presidente Schifani: “Entro l’estate ci sarà la gara d’appalto per realizzare il nuovo polo pediatrico. Poi entro tre anni l’opera sarà realizzata e Palermo avrà un centro di eccellenza materno infantile. Primo cantiere di un piano che porterà cinque nuovi ospedali a Palermo più quelli di Gela e Siracusa. Per tutto questo abbiamo già ottenuto dal ministero della Salute il via libera a un piano di investimenti nazionali che porterà in Sicilia un miliardo e 870 milioni”.
I CANTIERI
Nei prossimi anni, quindi, Palermo vedrà sorgere diversi cantieri. Per l’ospedale pediatrico, interamente nuovo, sono previsti circa 118 milioni e mezzo di euro. La struttura sorgerà su 24mila metri quadrati e conterà su 150 posti letto. I tempi di realizzazione sono stimati quattro anni. Il nuovo ospedale Civico di Palermo costerà invece 364 milioni di euro. Verranno realizzati spazi per 505 posti letto su una superficie totale 70mila metri quadrati. Per la realizzazione occorreranno otto anni. Per il polo oncoematologico, che sorgerà dentro il nuovo ospedale di Palermo Nord, serviranno circa 240 milioni di euro: la struttura ospiterà per 340 posti letto su 50mila metri quadrati e i tempi di si attestano in anni e quattro mesi. Serviranno invece 348 milioni di euro e sei anni e mezzo di lavori per il nuovo ospedale Policlinico di Palermo che potrà far conto su 470 posti letto e 80mila metri. Sei milioni in due anni, invece, per la riqualificazione dell’ospedale Ingrassi di Palermo. Con l’arrivo dei fondi statali i nuovi presidi sanitari andranno ad ampliare i servizi legati all’assistenza e alla cura dei pazienti, a smaltire le lunghe liste d’attesa, a incrementare l’organico e migliorare la gestione delle emergenze, terapie sperimentali, e pediatriche.
Soddisfatto il sindaco del capoluogo Lagalla: “Palermo attende da tempo un ampio rinnovamento dell’edilizia sanitaria e sono soddisfatto di vedere il capoluogo in prima fila in questo piano. Le opere saranno in grado di fornire, non solo più posti letto, ma anche modelli di servizio sanitario ai cittadini più moderni e adeguati. Da parte del Comune di Palermo ci sarà massima disponibilità e spirito di collaborazione nei confronti della Regione Siciliana, del presidente Schifani e del suo progetto di istituire una cabina di regia, nella quale rientra proprio l’amministrazione comunale”.