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Sallemi, FdI: “Provinciali? Si voti e pure presto”

di Salvatore Cannata -





Salvo Sallemi, 47 anni, senatore della Repubblica per Fratelli d’Italia, di Vittoria, città nota per essere stata di forte matrice ‘rossa’ dal dopoguerra e sino ai primi anni ’90 ma che ha già avuto espressioni parlamentari nazionali di destra come Saverio La Grua che è stato deputato alla Camera. Sallemi, dopo aver perso tre anni fa la sfida a sindaco, ha puntato l’obiettivo su Palazzo madama ed è diventato senatore. Avvocato, un passato di attivismo con il Fronte della Gioventù e Azione Giovani, prima di essere uomo di punta in Sicilia di AN e di Fratelli d’Italia, si cui è stato vice-coordinatore regionale. Alle ultime Politiche, la sua elezione al Senato nel collegio di Siracusa. E’ componente della Commissione Giustizia, della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa e della Commissione parlamentare antimafia, oltre ad essere il vice-capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Madama. Lo scorso gennaio è stato nominato coordinatore del terzo Comitato antimafia che si occupa di infiltrazioni mafiose nelle istituzioni territoriali e negli enti locali. Ospite in trasmissioni tv e nei tg, è chiamato spesso a parlare del suo partito

Come sta Fratelli d’Italia in Sicilia?
“Fratelli d’Italia è cresciuta tantissimo in autorevolezza e consensi, allargando in quantità e qualità la sua classe dirigente e aprendosi ai territori e alla rappresentanza delle esigenze più impellenti dei cittadini. E’ un partito che, contrariamente a molti altri, apre sedi fisiche sul territorio e ha una vita interna e lancia iniziative qualificanti. Di recente abbiamo tenuto un convegno di alto profilo a Vittoria sull’evasione scolastica con la presenza del sottosegretario all’Istruzione e al Merito Paola Frassinetti”.
La Sicilia non è ancora una vostra roccaforte pur avendo molti consensi. Cosa manca per un ulteriore salto di qualità nei consensi?
“Reputo che l’azione del governo Meloni possa essere un volano e un traino nei consensi anche a livello locale dove, in diverse realtà, abbiamo fatto registrare sia alle comunali sia alle nazionali percentuali molto alte. Stiamo lavorando su tanti temi nodali per l’isola come il Ponte sullo Stretto, le Zone Franche, la sfida del Pnrr, le infrastrutture, il sostegno al lavoro e in particolare ai giovani e alle giovani mamme”.
Che importanza date all’esito delle urne siciliane per le prossime Europee?
“Le proteste degli agricoltori che stiamo vedendo anche nelle strade siciliane in questi giorni sono il chiaro segnale che occorre una svolta negli equilibri europei per il bene e per il futuro dell’Isola che vive di agricoltura e pesca, per una buona parte. Le folli norme di Bruxelles, sostenute dalle sinistre europee e italiane, e il green deal sono state una mazzata per il settore primario. Con la bandiera demagogica del verde hanno falcidiato gli agricoltori e le imprese agricole, come se esse fossero le maggiori responsabili dell’inquinamento del mondo. Fratelli d’Italia ha tutelato il settore essendo il primo Paese a schierarsi e proibire la carne sintetica e mantenendo i sostegni per il gasolio agricolo. Serve una nuova visione che metta al centro delle politiche europee i nostri agricoltori, pescatori e la Sicilia che è nodale per il Mediterraneo”.
Provinciali in Sicilia: fuori dal ‘politichese’, sono o no una priorità per voi o possono attendere?
“Fratelli d’Italia è sempre pronta a schierarsi per la democrazia e le libere scelte dei cittadini: lo abbiamo sempre fatto, basti pensare alla riforma che va verso il premier scelto dagli elettori e non dagli inciuci di palazzo. Il commissariamento delle province, voluto da Crocetta e dal Pd inseguendo la demagogia Cinque Stelle, è una ferita aperta per la democrazia: anni e anni senza esponenti eletti e con l’ente intermedio declassato nei fatti. Auspichiamo quindi che si torni al voto il prima possibile perché i liberi consorzi e le città metropolitane svolgono ruoli importanti per ambiente, scuola, viabilità e cultura”.
Com’è la Sicilia, vista da Roma, da Palazzo Madama?
“Una terra straordinaria con grandissime potenzialità ma che, purtroppo, vede migliaia di suoi figli giovani e qualificati andar via. Dobbiamo invertire questa tendenza perché l’emigrazione giovanile è una piaga e ne stiamo già pagando le conseguenze. Non siamo una regione periferica ma centrale nelle strategie di sviluppo del governo che con il Piano Mattei si sta aprendo all’Africa in un’ottica di collaborazione e non con intento predatorio. Credo che in questo senso si apriranno opportunità per l’Isola che deve tornare ad essere epicentro del Mediterraneo”.