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Saldi flop in Sicilia, ma non è solo colpa del clima

di Redazione -





di LUCA BONINA – I saldi invernali in Sicilia sembrano non iniziare con il piede giusto. Nel primo week end la maggior parte delle persone non si è lasciata attrarre dallo shopping in promozione. Certo, c’è tempo fino al 15 di marzo ed in tanti potrebbero essere intenzionati a temporeggiare e riflettere ancora qualche settimana prima di mettere mano al portafoglio e decidere di rinnovare il proprio guardaroba invernale anche se il cambiamento climatico e le alte temperature sembrano scoraggiare la maggior parte dei siciliani. Intanto la prima settimana sta per chiudersi con percentuali di vendite intorno al 10 per cento, più basse rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le cause sarebbero molteplici: oltre all’allerta meteo, molti acquisti sono stati già effettuati durante le promozioni natalizie e, in particolare, l’eliminazione del reddito di cittadinanza ha trattenuto i più parsimoniosi.

C’è il rischio che i magazzini restino pieni di merce invernale invenduta perché il freddo si sta avvertendo solamente adesso e già si parla di sconti di fine stagione. “Dovrebbero chiamarli in un altro modo – afferma un commerciante di capi d’abbigliamento a Modica -. Ci ritroviamo a gennaio con il magazzino ancora pieno di capi che sicuramente resteranno invenduti. Noi quest’anno ci siamo voluti scommettere, ma sicuramente il prossimo non faremo lo stesso errore e non riempiremo gli scaffali di merce invernale. Ho sentito anche molti altri miei colleghi che la pensano come me perché far partire le svendite il 5 gennaio non ha più senso. Sarebbe il caso magari di farli partire dopo e non per due mesi”. A pensarla così anche la coordinatrice di Assomoda e Assoesercenti, Cristiana Anfuso: “È necessario in futuro valutare l’ipotesi di posticipare i saldi verso una reale fine stagione. Inoltre bisogna rivedere le norme che stabiliscono le vendite in questa fase. Nei giorni che precedono i saldi la clientela chiede sconti, altrimenti, in caso contrario, lascia la merce in cassa, vuole il 40 o il 50%, questo perché non c’è una reale disciplina del settore. In realtà sia a gennaio (per i saldi invernali) che a luglio (per la stagione estiva), gli sconti dovrebbero partire l’ultimo giorno del mese, ma non adesso, in piena stagione”.

Secondo il presidente regionale di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa ci sarebbe anche dell’altro a rallentare quest’anno i saldi invernali: “In Sicilia la propensione all’acquisto – scrive La Rosa in una sua nota stampa – è frenata, più che da altre iniziative concorrenti come il Black Friday, dal sempre inferiore potere d’acquisto reale delle famiglie. Quest’anno, tra l’altro, c’è l’incognita della fine del reddito di cittadinanza, sostituito dal meno corposo e meno diffuso assegno di inclusione. Secondo i dati dell’Osservatorio Inps, elaborati a fine estate dalla Spi Cgil Sicilia, il passaggio dal vecchio al nuovo sussidio comporterà una perdita netta di oltre 24 milioni di euro al mese nella nostra regione. Anche per questo le famiglie siciliane spenderanno, complessivamente, meno dell’anno scorso”. A tirare riflessioni è anche Gianluca Manenti, presidente regionale di Confcommercio Sicilia che a L’Identità dice: “E’, ancora una volta, il fattore meteo a rivelarsi un elemento decisivo in quello che, per il commercio, soprattutto negli ambiti dell’abbigliamento e delle calzature, è il momento che consente di concretizzare mediamente il 20% dei ricavi dell’intero anno. Il cambiamento climatico, con temperature miti sino a fine anno (dicembre compreso) non ha favorito il cambiamento del guardaroba, con il risultato che i negozi sono ancora ben forniti di merce.

Questo fattore ha inciso sul 92% delle imprese, che segnalano un calo medio del 46% delle vendite dei prodotti delle collezioni autunno-inverno. Cappotti, giacche, maglioni, scarponi e stivali fanno tuttora bella mostra di sé in negozi che hanno, dunque, necessità di realizzare e incassare. Tra una decina di giorni cominceranno a fare capolino nei negozi le nuove collezioni primaverili. Così la clientela, in giro per saldi, potrà già cominciare a farsi un’idea delle nuove tendenze. Insomma, neanche il tempo di adocchiare una giacca a vento a prezzo scontato che sarà già tempo di pensare ad un trench a prezzo pieno. Una schizofrenia che, se da un lato solletica il consumatore, dall’altro lato costringe il commerciante a sacrifici finanziari notevoli, con la necessità di acquistare e pagare gli ordini con mesi di anticipo sui tempi di vendita. Poi metti caso che la primavera sia fredda e siamo di nuovo punto a capo, e per fare cassa occorrerà aspettare i saldi estivi”.