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Cultura

Rinasce e rivive il Museo del Mare Memoria Viva

di massimilianoadelfio -





di ANTONIO SCHEMBRI
Creare ‘agio’. Lavorare per sviluppare un ambiente inclusivo, capace di far stare bene tutti, senza barriere né architettoniche né comunicative. Fornendo contenuti adatti a diverse tipologie di pubblico come bambini, anziani, persone con bassa scolarizzazione, nonché spazi comuni sicuri, con sedute e zone ombreggianti. Ambienti non certo così diffusi nelle città e in particolare nei luoghi gestiti dalle istituzioni culturali, come musei e teatri, ancora oggi per lo più respingenti non solo nei confronti di quanti vivono con handicap motori, così come i ciechi e i sordi; ma anche degli stessi adolescenti, degli anziani e delle persone con bassa scolarizzazione. Una finalità che a Palermo torna a essere perseguita da uno spazio espositivo, nato 10 anni fa come luogo multimediale e interattivo, ma che adesso torna a funzionare, con tutto il suo carattere ‘ibrido’, dopo un attento restyling che lo arricchisce di nuovi servizi e lo potenzia nella sua funzione di strumento di conoscenza sulla relazione di Palermo con il suo golfo bagnato dal Tirreno. Il Museo del Mare Memoria Viva, sorge nel grande hangar dell’ex deposito locomotive di Sant’Erasmo, edificata nel 1886. Una struttura in stile liberty, un tempo il più amato e attrattivo della città: i 7 chilometri della Costa Sud, punteggiata anche da splendidi lidi fino all’inizio della seconda metà del secolo scorso, quando prese il via il devastante ‘sacco di Palermo’ all’inizio degli anni ’60. Un luogo di grande fascino, diventato discarica in quel periodo. E, successivamente, un deposito di macchine agricole. La sequenza storica che lo ha segnato si può oggi osservare dalle fotografie tratte dall’archivio dell’architetto Annamaria Fundarò, che, alla fine degli anni ’90 ha guidato il team incaricato dal comune della riqualificazione di questo spazio. Un intervento complesso, completato nel 2004. Il Museo del mare è stato attivo fino al 2013. Poi l’abbandono; e adesso il restyling, che ha ha comportato un investimento di 335mila euro, finanziato dal programma Next Generation Ue. A gestirlo è un partenariato pubblico-privato di durata ventennale tra l’area della cultura del comune di Palermo e l’associazione Mare Memoria Viva che, grazie al lavoro di circa 50 persone, cura la valorizzazione di un patrimonio documentale che narra una storia di nascita, distruzione e rinascita. E lo fa, oggi, grazie anche a audio-descrizioni, video in Lis, dispositivi tattili, esperienze sonore, nonché una specifica applicazione dedicata alle persone cieche e sorde. “Oltre a fotografie e installazioni, l’allestimento include anche filmini in Super 8 digitalizzati che mostrano molti momenti di serena fruizione delle spiagge di questo litorale da parte di tanti palermitani.– illustra Cristina Alga, tra le fondatrici dell’associazione Memoria Viva – Si tratta di documenti ricevuti in donazione da diverse famiglie della città”. Un prezioso strumento pubblico di educazione ambientale. “Presto allestiremo una sezione ‘immersiva’, attrezzata con visori digitali, specificamente dedicata al patrimonio subacqueo del mare palermitano, che proprio qui davanti, prima degli sversamenti di rifiuti, offriva fondali con vaste chiazze di posidonia”, aggiunge Alga. La ‘riconsegna’ del museo alla città si articolerà su 4 giornate. Si parte nel pomeriggio del 7 marzo con un seminario internazionale di progettazione architettonica curato dall’Università di Palermo e una lectio magistralis del mecenate Antonio Presti. Nei giorni successivi, workshop sull’accessibilità museale, talk e visite per tutti. Evento clou, l’opening party di sabato sera a partire dalle 19.