Genitori separati litigano, bimbo senza nulla osta non può andare a scuola
Ribera. Scuola vietata ad un bimbo di 7 anni. Pace: “Mi appello alle Istituzioni, non può essere negato il diritto allo studio”.
Ha del surreale la vicenda del bimbo di 7 anni a cui viene negata la possibilità di andare a scuola, a causa di beghe familiari che nessuna istituzione coinvolta sia riuscita ancora a risolvere.
A sollevare la questione è oggi il parlamentare regionale Carmelo Pace, capogruppo della DC all’Ars, dopo aver ricevuto l’accorata lettera dalla mamma del ragazzo a cui, una situazione paradossale, nega il momentaneo diritto allo studio.
Il bimbo avrebbe dovuto iniziare il nuovo anno scolastico in uno degli istituti di Ribera, ma controversie familiari non gli permettono di frequentare una scuola, dei compagni e le maestre.
Sono, purtroppo, le complicanze di un rapporto di coppia che finisce e che spesso si ripercuotono sui figli. Il papà e la mamma del piccolo sono separati e il giudice ha assegnato l’affidamento congiunto.
La donna, originaria di Manfredonia, con il bambino si trasferisce dalla Puglia in Sicilia per motivi di lavoro e per l’iscrizione al nuovo istituto scolastico viene richiesta alla scuola di provenienza del figlio, il nulla osta che, però, non arriva.
La scuola pugliese dove fino allo scorso anno il bambino frequentava le elementari, finora avrebbe negato più volte il rilascio del documento per mancanza di assenso da parte del padre e così il bambino, ad oggi, è costretto a rimanere a casa.
“Ci troviamo davanti ad un caso assurdo in cui un bambino è impossibilitato ad andare a scuola e a frequentare compagni e maestre a causa di controversie familiari – afferma l’onorevole Carmelo Pace – che ha portato il caso all’attenzione dell’assessore regionale all’Istruzione, Girolamo Turano, al sindaco di Ribera, Matteo Ruvolo e all’Ufficio Scolastico Regionale.
Dopo aver ricevuto la lettera – afferma Pace – la prima cosa che ho fatto è stata quella di rivolgermi al dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Francesco Crispi”, dove il bimbo avrebbe dovuto iniziare il nuovo anno di studi. Poi ho investito della situazione il Provveditorato agli studi di Agrigento e successivamente il Sindaco di Ribera, ma nessuno – aggiunge Pace – vuole prendersi la responsabilità di avviare un tentativo che possa portare alla risoluzione della questione.
“È paradossale – dichiara ancora Pace – che nella società moderna ad un bambino di 7 anni venga negato il diritto di andare a scuola a causa di beghe familiari. Ed è grave che nessuna Istituzione, a cui le parti si sono rivolte, riesca a risolvere la questione”.
Un diritto, quello allo studio e all’elevazione culturale espressamente sancito dall’art. 34 della Costituzione e che in nessun caso può essere negato.
Dal sindaco Matteo Ruvolo, interessato della vicenda per cui la scuola è vietata ad un bimbo, arriva, intanto, una proposta: – ho chiesto di verificare la possibilità – dice – che possa essere garantita al bambino quantomeno un’istruzione a domicilio, nelle more che si risolva la questione. Potrebbe essere una soluzione temporanea, ma ammette – non è facile.
Se entro 48 ore nessuna delle istituzioni coinvolte si adopera per trovare una soluzione alla vicenda – conclude l’onorevole Pace – torno alla carica, dichiarandosi pronto a rivolgersi al Prefetto.
“Mi appello alle istituzioni – scrive Pace nella nota stampa – affinché qualcuno si prenda, nel più breve tempo possibile, la responsabilità e metta un punto alla questione, per garantire al piccolo un imprescindibile diritto, quale quello di avere una regolare frequenza scolastica. Non possiamo permettere che controversie familiari neghino un diritto del genere” – afferma il parlamentare.