Ribera, imbrattati i pannelli della mostra su De Gasperi: falce e martello sulla faccia dello statista
Atto vandalico a Ribera, nel cuore della Festa dell’Amicizia promossa dalla Democrazia Cristiana.
Quattro pannelli dell’esposizione “Servus inutilis. De Gasperi e la politica come servizio”, allestita all’interno della chiesa Maria Santissima del Rosario, sono stati imbrattati con pennarelli. Tra le scritte e i disegni, una falce e martello tracciata sulla faccia di Alcide De Gasperi e simboli ideologici su un pannello che inneggiava alla pace.
L’esposizione, curata in occasione della terza edizione della Festa, raccontava il profilo di De Gasperi come padre fondatore della Repubblica e figura emblematica della politica intesa come missione civile.
«Un’offesa alla memoria e alla Repubblica»
Durissima la reazione dei vertici democristiani.
In una nota congiunta, Totò Cuffaro, segretario nazionale della DC, Laura Abbadessa, presidente regionale del partito, e l’onorevole Carmelo Pace, capogruppo all’Ars, hanno condannato il gesto:
“Il vandalismo contro i pannelli della mostra offende non solo la memoria di uno statista esemplare, ma anche il senso civico e il rispetto per la cultura e la storia repubblicana. Colpire De Gasperi significa colpire i valori fondanti della nostra Repubblica: libertà, solidarietà, impegno per il bene comune”.
“Non ci lasceremo intimidire”
I dirigenti della Democrazia Cristiana parlano di un gesto che “non fermerà la nostra testimonianza”.
“La DC non si lascerà intimidire da simili atti di inciviltà – aggiungono –. Continueremo a promuovere la memoria, il pensiero e l’eredità morale di Alcide De Gasperi con ancora maggiore determinazione. La politica del servizio, come insegnava lui stesso, è più forte di ogni provocazione”.
Un gesto simbolico, ma grave
L’episodio è stato segnalato alle autorità. Le forze dell’ordine stanno esaminando le telecamere di sorveglianza dell’area per risalire agli autori.
Nel frattempo, la comunità riberese e i promotori della Festa hanno espresso solidarietà ai curatori della mostra e condannato un atto che, pur apparentemente minore, colpisce il significato stesso della memoria democratica.