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Restaurato il casolare di Peppino Impastato: sarà restituito alla collettività

di Marco Gullà -





Anni di lotta, di battaglie burocratiche ma finalmente il casolare “Peppino Impastato” a Cinisi, dopo essere stato restaurato, è stato restituito alla collettività.
Era il 9 maggio del 1978: Peppino Impastato, giornalista e attivista politico in lotta contro la mafia, veniva assassinato dentro un casolare da Cosa nostra. Ieri la cerimonia di inaugurazione con il presidente della Regione, Renato Schifani, che ha annunciato l’affidamento in comodato d’uso gratuito del sito, simbolo della lotta alla criminalità, alle associazioni del territorio impegnate nella salvaguardia della memoria. Il progetto di recupero dell’immobile e del terreno circostante – espropriati ed entrati in possesso della Regione nel 2020 – è stato redatto dalla Soprintendenza dei beni culturali di Palermo.
I lavori erano stati avviati nel gennaio 2023 e finanziati con risorse del Fondo di sviluppo e coesione 2020-2024 per un importo pari a centocinquantamila euro.
Con questo intervento il governo siciliano ha voluto salvare dal degrado un luogo già dichiarato di interesse culturale, che ha una forte valenza evocativa, di testimonianza di civiltà e di lotta alla criminalità, rendendolo uno spazio aperto ai cittadini e tappa di quel “percorso della memoria” in ricordo delle vittime di mafia che tanti visitatori compiono nel nome della legalità.
Nello specifico, i lavori hanno riguardato il consolidamento della muratura e del fondale con la realizzazione di un vespaio areato perimetrale oltre che degli intonaci esistenti. Si è proceduto alla pulitura e all’integrazione delle pavimentazioni esistenti con basole in pietra di Billiemi bocciardate, alla collocazione di infissi in legno, porte d’ingresso e vani finestra e alla realizzazione dell’impianto elettrico. Per quanto riguarda la revisione delle coperture, si è provveduto al rifacimento del massetto, all’impermeabilizzazione con malta e al ripristino del soffitto incannucciato a vista.
“Il restauro del casolare in cui è stato ucciso Peppino Impastato, che ha coinvolto la Regione, attraverso la Sovrintendenza ai beni culturali, è in linea con il nostro impegno contro la mafia. Noi siamo contro la criminalità organizzata senza se e senza ma – ha detto il governatore Renato Schifani – dopo le stragi del 92 la popolazione ha reagito e da Palermo è partito un movimento civile di riscatto contro la mafia. La Sicilia ha pagato un prezzo altissimo ma dal sangue delle vittime è nata una rivoluzione culturale che ha coinvolto tutta la società”. Schifani, poi, ha sottolineato l’importanza dell’educazione alla legalità nelle scuole. “L’impegno della Regione è a tutto campo. Noi vigileremo anche sui comuni e sull’azione delle amministrazioni”.
“Lo utilizzeremo come luogo di mostre fotografiche, ci organizzeremo dibattiti e concerti. Faremo rivivere qui la memoria di Peppino – ha detto invece il fratello di Peppino Impastato, Giovanni che con la sua associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato ha chiesto l’assegnazione dell’immobile in comodato d’uso alla Regione – “qui i compagni di Peppino trovarono le tracce del suo brutale assassinio. Allora eravamo completamente soli. E fummo noi a recuperare i resti di mio fratello sparsi nella zona dopo che il suo corpo fu fatto esplodere”.
Impastato da anni porta avanti una opera di educazione alla legalità nelle scuole parlando dell’antimafia e dell’impegno del fratello.