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Reddito di cittadinanza in Sicilia, Lantieri presenta disegno di legge, Forza Italia la sconfessa

di Dario Di Gesù -





In discussione all’Ars l’introduzione del Reddito regionale di cittadinanza proposto da una deputata di Forza Italia. L’intero partito degli Azzurri siciliani prende le distanze. Intervengono Giuseppe Conte e il  gruppo M5s in Sala d’Ercole. Esplodono le polemiche.

Lo scorso giugno Luisa Lantieri (FI) vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana, presenta all’Ars il disegno di legge “Disposizioni urgenti per la dignità sociale e l’inclusione attiva in Sicilia. Istituzione del Reddito regionale di cittadinanza.” Il ddl prevede l’erogazione di un Rrdc di 400 euro, a titolo di contributo di disoccupazione, per un massimo di dodici mensilità, condizionata al compimento di uno specifico “Percorso regionale di inclusione attiva”. A seguito dell’inserimento del beneficiario nel percorso di inclusione, il beneficio è erogato a titolo di quota regionale del trattamento retributivo spettante per l’attività lavorativa prestata presso l’impresa.

«Credo opportuno precisare, come peraltro è evidente dal fatto che sono io unica firmataria del disegno di legge in questione – dichiara l’onorevole Luisa Lantieri – che la mia proposta di una forma di reddito di cittadinanza è stata formulata a titolo esclusivamente personale, e non coinvolge il gruppo parlamentare di Forza Italia né il gruppo dirigente del partito. Ho voluto con questa mia iniziativa sottolineare la necessità che si apra un urgente dibattito sulle soluzioni più adeguate per affrontare l’emergenza sociale determinata dalla crisi economica. Una emergenza che rischia di creare nuove povertà e nuova emarginazione. E la politica deve porsi il problema, senza preconcetti ma col solo obiettivo di dare risposte ai cittadini».

Giuseppe Conte ha polemicamente commentato: «In Sicilia la Vicepresidente dell’Assemblea regionale di Forza Italia ha presentato un disegno di legge per introdurre… il Reddito di cittadinanza regionale! 
“Per colpa del Reddito non si trovano i lavoratori stagionali”, dicevano. Poi scopriamo dall’Inps che il numero degli stagionali è quasi raddoppiato fra il 2018 e il 2022. “Sono tutti divanisti scansafatiche”: invece il Ministero del Lavoro scrive nero su bianco che 258mila individui nel 2020, 314mila nel 2021 e 297mila nel 2022 hanno avviato un nuovo rapporto di lavoro mentre percepivano il RdC. Solo nel 2022, quasi mezzo milione di cittadini l’ha preso per integrare degli stipendi indecenti.  In verità, un Governo serio avrebbe continuato a lavorare per migliorare il Reddito – a partire dalla cronica inefficienza delle nostre politiche attive del lavoro, gestite perlopiù dalle Regioni, guarda caso governate in massa dai partiti che compongono l’attuale maggioranza di governo. Invece il Governo ha scelto la via dei tagli con l’accetta, che ancora oggi lasciano fuori dall’Assegno di inclusione decine di migliaia di famiglie con minori, anziani e persone con disabilità. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: record storico di poveri assoluti in Italia nel 2023: 5,7 milioni».

Gli fa eco il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca: «Il ddl di Forza Italia sul reddito di cittadinanza regionale? La prova che lo strumento funzionava. Affossato dal governo Meloni solo per andare contro di noi. Il Reddito di cittadinanza funzionava e non lo dicono soltanto i dati ufficiali, come testimonia, ad esempio, la recente relazione sulla povertà messa a punto dalla commissione del ministero del Lavoro che ha certificato che nei quattro anni in cui è stato in vita questo strumento ha fatto uscire dalla povertà un milione di persone all’anno. Diamo atto a Luisa Lantieri di avere descritto il Reddito di Cittadinanza, nella relazione introduttiva del suo ddl, senza il paraocchi dell’appartenenza politica, arrivando ad ammettere che questo strumento ha garantito la dignità della fasce sociali maggiormente vulnerabili del Paese.»

Perentoria la presa di posizione del presidente della Regione Siciliana Rosario Schifani: «È una iniziativa del tutto personale, non concordata col partito: anche perché lontana dalle posizioni espresse da Forza Italia su questa misura che non ha dato alcuna risposta sull’avvio al lavoro dei cittadini». 

«L’iniziativa legislativa dell’onorevole Lantieri è, come lei stessa ha sottolineato, frutto di una posizione personale, che non rispecchia le posizioni di Forza Italia a livello regionale e nazionale, né del suo gruppo parlamentare.

Il nostro partito ha votato in modo convinto per l’abolizione di questa misura, che non riteniamo utile ad affrontare né il tema della povertà né le emergenze sociali.

Certamente Forza Italia è impegnata a tutti i livelli istituzionali per dare risposte alle emergenze, per creare nuova economia e nuovo sviluppo, nuova impresa.

Ma come più volte ribadito a livello nazionale dal Segretario Tajani e a livello regionale dal Presidente Schifani, non sono le elargizioni indiscriminate e a pioggia a cambiare il quadro sociale, che ha invece bisogno di investimenti produttivi, sostegno alle imprese, sburocratizzazione, interventi di assistenza sociale lì dove effettivamente utili e necessari.» Lo dichiara il capogruppo all’Ars di Forza Italia Stefano Pellegrino.

«Ci dispiace per Giuseppe Conte ma il governo di centrodestra, di cui Forza Italia è perno essenziale e insostituibile, è stato molto chiaro: il reddito di cittadinanza non rientra nei nostri piani -. Così l’eurodeputato Marco Falcone, assessore all’Economia della Regione Siciliana -. Per noi la priorità è creare lavoro favorendo gli investimenti e l’iniziativa privata, l’assistenzialismo inefficiente non è una soluzione. La sortita incauta di qualche deputato regionale in Sicilia non incide sulla linea del partito: l’avvocato Conte se ne faccia una ragione».